I vaccini antinfluenzali mancano, ma i medici di base sono pronti

A livello nazionale ben 9 regioni rischiano di non garantire neppure il 75% della copertura delle categorie a rischio
VACCINI, SULLA CAMPAGNA E' CAOS
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Il vaccino antinfluenzale ancora non c’è, ma i medici sì. Nel Bresciano «hanno accettato più di 500 medici di base su 700 (dell’Ats di Brescia ndr), quindi rispetto ad altri anni l'adesione è superiore. Oltre tutto hanno richiesto vaccini in quantità maggiore, visto che i pazienti già li stanno chiedendo» dice il dott. Angelo Rossi, medico di famiglia a Leno e segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale. 

In Lombardia però, nonostante sia uno dei territori più colpiti dalla pandemia, le dosi di vaccino ancora non sono state consegnate e le farmacie, che le procureranno anche a medici e pediatri, non potranno ordinarle prima del 26 ottobre. La campagna dunque partirà inevitabilmente in ritardo.

E in tutto il Paese è corsa contro il tempo per assicurare alla popolazione attiva che non rientra nelle fasce a rischio il vaccino contro l'influenza stagionale. Nonostante le regioni abbiano provveduto con gare pubbliche a un incremento del 43% rispetto allo scorso anno, pari a oltre 17 milioni di dosi, l'approvvigionamento al momento risulta però difficile per le farmacie. Stando ai numeri i conti sono presto fatti, fanno notare da Federfarma: dividendo le 250mila dosi indicato dalla conferenza Stato regioni per le farmacie sul territorio (comprese quelle comunali), ossia 19.330 il risultato è di 12 dosi per singola farmacia. Praticamente nulla se si pensa che le campagne vaccinali sono già al via e attraverso i mass media virologi ed esperti consigliano di vaccinarsi al più presto per evitare che i sintomi influenzali si sovrappongano a quelli della Sars-CoV2 generando panico e corse inutili in pronto soccorso. 

Destano preoccupazione i numeri della Fondazione Gimbe che analizzando i dati dei bandi di gara delle forniture vaccinali ha rilevato che ben 9 regioni rischiano di non garantire neppure il 75% della copertura delle categorie a rischio. Altre 12 Regioni (Puglia, Lazio, Sicilia, Toscana, Campania, Calabria, Sardegna, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche) si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% degli over 65, ma la disponibilità di dosi residue per il resto della popolazione è molto variabile. Non ci sono problemi invece per chi vuole vaccinarsi contro lo pneumococco.

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