Gli alberi stanno morendo per la siccità: autobotti in città per salvarli

Una ventina sono già stati abbattuti: sono oltre mille gli esemplari da dissetare. L'assessorato ha schierato una task force di operatori
Ogni pianta ha bisogno di 40-50 litri d’acqua ogni 8-10 giorni - © www.giornaledibrescia.it
Ogni pianta ha bisogno di 40-50 litri d’acqua ogni 8-10 giorni - © www.giornaledibrescia.it
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Qualcuno li avrà già visti in azione in giro per la città. Del resto, seppur molto più in sordina rispetto a queste settimane, la Loggia ha pensato di «ingaggiarli» già a febbraio, perché è da oltre cinque mesi, in realtà, che le piante accusano il colpo delle temperature decisamente fuori norma, segno tangibile di una crisi climatica concreta. Ma ora la situazione è grave: gli alberi della città, da quelli più giovani a quelli monumentali, stanno morendo. Di disidratazione.

E allora ecco che l’assessorato all’Ambiente, guidato da Miriam Cominelli, è corso subito ai ripari, schierando la «task force» per salvare le piante. Non è una leggenda: per capire cosa può succedere a una Brescia così assetata come quella di queste settimane conviene guardare gli alberi.

Le piante più colpite

Circa una ventina si sono già arresi e non si tratta solo di quelli più giovani, messi a dimora negli ultimi due-tre anni. A dire «addio» alla città è stato ad esempio il vecchio cedro che da anni vegliava il cimitero Vantiniano: gli operatori hanno dovuto abbatterlo una manciata di giorni fa. È morto di sete. Lo stress idrico - spiega Pierandrea Gaggero da settore Ambiente ed ecologia del Comune - «colpisce soprattutto le piante di conifera e, quindi, le sempreverdi. Ma anche moltissimi cespugli sono in una situazione di fortissimo stress».

L'intervento della Loggia

Proprio per questo - sottolinea l’assessore Cominelli - «siamo al lavoro dal mese di febbraio per effettuare la bagnatura. Stiamo via via ridistribuendo le risorse economiche: faremo un po’ meno sfalci dell’erba e i fondi risparmiati li dirotteremo via via per questi interventi». Anche perché si tratta di un’operazione costosa: basti pensare che ogni squadra costa circa 530 euro al giorno e a Brescia ce ne sono in campo quindici - trenta, per il momento, i professionisti impegnati sul campo - dal lunedì al sabato (incluso).

L’elenco degli alberi da curare, infatti, continua inesorabilmente ad allungarsi: erano circa 430 inizialmente, ora si è sforato il muro dei mille esemplari e ogni giorno la situazione peggiora. «Proprio ieri - confessa Gaggero - abbiamo dovuto aggiungere alla lista i cento esemplari che si trovano al parco Manzoni: i carpini mostrano evidenti segni di sofferenza idrica».

Cosa fa la task force

Come operano i «supereroi degli alberi»? Si muovono dalle 8 del mattino alle 17-17.30 circa. Con sé hanno le autobotti e il loro obiettivo è riuscire a portare a ciascuna pianta dai 40 ai 50 litri di acqua almeno ogni otto-dieci giorni al massimo. Per ciascuna delle oltre mille piante in elenco, a cui si aggiungono appunto i cespugli. «La priorità adesso è tenere in vita il territorio e il suo patrimonio» spiega Gaggero, che non esclude, se la pioggia non concederà un po’ di sollievo, di dover arruolare più personale per la causa. Anche perché il peggio deve ancora arrivare.

«La situazione è in costante evoluzione, perché gli effetti reali e definitivi di questa crisi li vedremo tra l’autunno e la prossima primavera. Questo perché le piante stanno immagazzinando poco nutrimento, esattamente come era accaduto durante l’estate torrida del 2003: il conto dei danni reali è stato possibile solo nella primavera del 2004» rimarca il tecnico.

La siccità colpisce in modo uniforme, non ci sono zone meno sofferenti, ma ad essere più in difficoltà sono i filari che avvolgono le strade. Quale acqua si utilizza per dare loro sollievo con le autobotti? Quella dei pozzi e, quindi, l’acqua della prima falda non potabile e non quella dell’acquedotto, che viene invece preservata. L’altra incognita, ora, è proprio questa: a fronte di un censimento degli alberi in sofferenza che continua ad allungarsi, per quanto tempo i pozzi garantiranno la risorsa idrica? Non si sa.

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