Futura Expo, un bosco di mille alberi e un «patto» ecologico per il 2050

Piantumazione da settembre coinvolgendo i lettori del Giornale di Brescia. Aziende attive per tagliare la CO2
La locandina di Futura Expo esposta in una stazione metro - © www.giornaledibrescia.it
La locandina di Futura Expo esposta in una stazione metro - © www.giornaledibrescia.it
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«Inalberiamoci». Non nel senso di «arrabbiamoci», piuttosto di «rizziamo le vele e partiamo» per la giusta rotta, quella della sostenibilità.

Proprio questo, «Inalberiamoci» è il titolo del progetto di donazione e piantumazione alberi di Futura Expo alla città di Brescia, a margine della manifestazione in programma dal 2 al 4 ottobre e che discende, per darne una prima attuazione concreta, dal Patto per Brescia 2050: visione del futuro promossa dagli imprenditori bresciani, di una società a basse emissioni di carbonio, economia verde e circolare ed ecosistemi resilienti alla base del benessere della comunità.

Il programma di forestazione urbana prenderà il via a settembre, dopo aver individuato gli spazi cittadini piantumabili, ed in partnership con Giornale di Brescia, Comune, Regione Lombardia, Ersaf e Confcooperative.

Ai lettori del nostro giornale spetteranno l’onore e l’onere di effettuare una scelta (attraverso una mappa che sarà divulgata dal quotidiano) delle aree da piantumare sulla scorta di quelle che saranno rese disponibili dal Comune di Brescia, dalla Provincia o da Comuni del territorio. In coerenza rispetto ai propri obiettivi, Futura offrirà a nome degli espositori dell’Expo i primi mille alberi, una parte dei quali potremo vedere a dimora già dal gennaio-febbraio 2023.

Contemporaneamente, verrà anche installata tra corso Zanardelli e via X Giornate l’Eco2Air Tower, una torre di purificazione aria powered by Eco2zone di oltre 7 metri di altezza, che, grazie ad uno speciale filtro brevettato, consente di catturare gli inquinanti atmosferici e trattenere la CO2 rendendola disponibile per un successivo riutilizzo in ottica di economica circolare.

«Il Patto per Brescia 2050 - ha spiegato il presidente della Cdc, Roberto Saccone - è una sorta di manifesto che impegna moralmente gli imprenditori che lo sottoscrivono a fare alcune cose: mappare le proprie emissioni di gas climalteranti, studiare strategie per l’azzeramento delle stesse e per la decarbonizzazione, realizzare gli interventi apportando cambiamenti e innovazioni tangibili alle attività aziendali e, laddove le tecnologie non lo consentano nell’immediato, attuare compensazioni aggiuntive per neutralizzare entro il 2050 ogni residua emissione».

Brescia, nella grande sfida verso la transizione energetica ed ambientale, non si tira indietro. «Tutto il sistema Brescia - sottolinea l’assessora comunale all’Ambiente, Miriam Cominelli - si sta muovendo in tale direzione, una volta riservata agli addetti ai lavori».

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