Furti in casa: 13 episodi al giorno, attenzione ai ladri social

Tredici case visitate ogni giorno, quasi cinquemila incursioni contate in un anno. Il 15,4% in più del 2008. Per il 2018 i dati del Ministero dell’Interno, elaborati dal ricercatore Elio Montanari, parlano chiaro: anche se i furti in generale nel Bresciano sono in calo (del 31,5% in dieci anni), i colpi dei topi d’appartamento aumentano.
E se in passato i social network venivano utilizzati dai cittadini anche per segnalare episodi e sospetti ora rappresentano uno strumento utile nelle mani dei ladri 2.0. Le forze dell’ordine infatti raccomandano: pubblicate le fotografie delle vacanze soltanto al rientro e disattivate la geolocalizzazione. O ancora meglio: godetevi le ferie estive dimenticando i social. La mappa. Analizzando i dati relativi ai comuni bresciani con più di ottomila residenti, e in particolare la quantità di episodi denunciati in rapporto al numero di abitanti, è evidente che tra le realtà finite nel mirino l’anno scorso, complici la presenza di seconde case e di vie di comunicazione che facilitano la fuga, figurano Lonato, Calcinato, Salò, Mazzano e Gussago.
Di contro sono stati (quasi) risparmiati Vobarno, Verolanuova, Bagnolo Mella e Gardone Valtrompia. Brescia è nel mezzo con 766 furti, sotto la media provinciale. In totale, nel 2018, nel Bresciano sono stati denunciati 4.985 colpi in casa (tredici al giorno), 650 in più del 2017. Quello delle «visite» negli appartamenti di città e provincia è insomma un fenomeno da non sottovalutare. Soprattutto d’estate, durante le vacanze, ai tempi dei social.
Il desiderio di far morire di invidia gli amici virtuali mostrando loro lo scatto tanto sognato dalla spiaggia più bella della Sardegna o dalla cima di una montagna innevata può infatti esporre al rischio di diffondere informazioni preziose per coloro che amici, in realtà, non lo sono veramente. A finire nella trappola sono soprattutto i giovani. Stando a una ricerca condotta da Skuola.net in collaborazione con Verisure (azienda nel settore degli allarmi) su quattromila ragazzi tra gli 11 e i 25 anni oltre la metà fa un racconto social della villeggiatura (il 52%) e si geolocalizza quando arriva nel luogo della vacanza (il 57%). Non solo: il 40% ha pure un profilo aperto a tutti. Dati come questi preoccupano anche in relazione al fatto che due giovani su tre riconoscono l’esistenza di un forte legame tra i furti in casa e l’eccessiva visibilità in rete. Legame noto anche alle forze dell’ordine.
«Se siete in vacanza raccontatelo al vostro ritorno: la vostra casa sarà più al sicuro» recita un video della Polizia di Stato pubblicato sulla pagina Facebook della Questura di Brescia con l’hashtag #accettaunconsiglio. Attenzione poi - sottolineano sempre gli agenti - a disattivare la geolocalizzazione: i malintenzionati possono passare al setaccio i gruppi Facebook "Sei di... se" e utilizzare questa informazione per individuare quali famiglie sono fuori città e ripulire indisturbati le loro case. Allo stesso modo il comando bresciano dell’Arma raccomanda di non lasciare indicazioni precise sui social network circa il luogo in cui ci si trova. E invita a riflettere sul fatto che tra le centinaia di amicizie virtuali collezionate da molti si possano nascondere anche persone poco raccomandabili.
Più in generale sarebbe sempre buona abitudine cercare di non far capire che la casa è temporaneamente disabilitata: ben vengano luci temporizzate nei giardini e, come consiglia l’Unione nazionale consumatori, si può chiedere a un vicino di ritirare la posta. L’associazione invita anche a tenere i contatori in locali non accessibili agli estranei e a non divulgare informazioni sulle vacanze sulla segreteria telefonica. Avanti tutta, poi, con i sistemi per proteggere la casa (portoncini blindati, allarmi, inferriate... ) consapevoli che, come precisa l’Unc nel suo vademecum, non può esistere una garanzia totale.CriminalitàSicurezza e vacanze
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