Freccia Rossa: chiudono Italmark e Wiz. Ora si spera nel fondo Efesto

Resistono solo l'edicola e il bar «Pausa Caffè». La nuova proprietà lavora al progetto di rilancio
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ADDIO AL FRECCIA ROSSA
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Cala il sipario sul Freccia Rossa di Brescia. A 15 anni dall’apertura, quasi la metà vissuti in agonia, il centro commerciale che doveva anticipare la rinascita del comparto Milano (l’enorme fetta di città tra il ring e il cimitero Vantiniano), si prepara a chiudere i battenti. Su 119 negozi, oggi ne sono rimasti aperti solo cinque. Nei prossimi giorni abbasserà le serrante anche il negozio sportivo JD. Ma soprattutto il 22 gennaio chiuderà il supermercato Italmark: ieri è arrivato l’annuncio ufficiale tramite i canali social del gruppo bresciano. Non solo. Anche la multisala cinematografica Wiz spegnerà i proiettori (l’annuncio in questo caso è rimandato al 12 gennaio). Di fatto quello che doveva essere il tempio dello shopping cittadino diventerà una gigantesca struttura deserta. Ad oggi pare che resisteranno solo l’edicola e il bar «Pausa Caffè», di fronte al supermercato, che non hanno avuto comunicazioni. Ma è difficile immaginare che il centro resti aperto solo per queste due attività, considerando i costi di gestione e le bollette. Anche perché, in prospettiva, c’è un piano di rilancio e riqualificazione che richiede proprio di svuotare il centro delle attuali attività.

Il fondo

Come anticipato lo scorso mese, nella vicenda Freccia Rossa è entrato in campo il Fondo italiano Efesto di Fininst Sgr. Il centro, inaugurato nel 2008, è stato realizzato dai portoghesi di Sonae Sierra e dalla famiglia Pisa (Coimpredil). Ha subito incontrato difficoltà, peggiorate con l’apertura di un competitor come Elnòs. Nel 2019 la proprietà è passata agli inglesi di Resolute Asset Management, fondo specializzato nella gestione di crediti deteriorati (Npl, Non Performing Loans) che aveva annunciato un piano di rilancio da 5,8 milioni. Poi però è arrivato il Covid e la crisi del Freccia Rossa si è aggravata, con perdite costanti e difficoltà nella ristrutturazione del debito. Ora è sceso in campo il Fondo Efesto che assumerà il ruolo di partner finanziario subentrando ai crediti finanziari delle banche nei confronti della società Freccia Rossa Shopping Centre srl (controllata da Resolute Asset Management Italy srl) proprietaria del centro commerciale.

«L’obiettivo - spiega una nota - è rilanciare il centro commerciale mediante lo studio di un nuovo concept che ne consenta il riposizionamento nel panorama del mondo retail con una struttura che presenta alcuni unicum nel panorama nazionale, tra i quali la collocazione nel centro della città e la logistica che ne permette veloci collegamenti con la viabilità». Fin qui le certezze.

Il restyling

In queste settimane sarebbero in corso contatti con una cordata per il rilancio del centro. Efesto è infatti subentrato nel controllo della società, mettendola in sicurezza. Ma l’operazione rilancio sarà affidata ad un operatore del settore. Le prime bozze dicono che sarebbe pronto un piano di riqualificazione da 20 milioni di euro. Piano che per essere realizzato richiede però la chiusura del centro commerciale, proprio per poter avviare i cantieri: ammodernamento degli spazi, diversa dislocazione delle funzioni, resa estetica più accattivante, sistemazione della piazza d’ingresso. La situazione è ancora in evoluzione e l’accordo non sarebbe ancora stato chiuso. La prossima settimana sono in programma sopralluoghi e riunioni, anche con il Comune. Uno dei punti da chiarire sarà la vocazione che si vorrà dare al nuovo Freccia Rossa (ma il nome potrebbe anche cambiare): capire su cosa si punterà sarà essenziale anche per riorganizzare gli spazi.

Da quel che si capisce sarà potenziata l’area divertimento e ristorazione, ragion per cui la multisala Wiz dovrebbe assumere ancora maggior importanza. Si pensa anche a nuovi servizi, magari partendo da quelli sanitari. Si vedrà. Per ora restano le chiusure, per altro ufficialmente non legate al piano di restyling, visto che un progetto preciso con date e tempi ancora non c’è. Tutti però sperano di sapere al più presto se e quando partirà l’operazione di riqualificazione e quale sarà il piano di rilancio. Soprattutto la Loggia che non si può permettere un «vuoto urbano» di quelle dimensioni a due passi dalla stazione.

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