Effetto Green pass sulle prenotazioni: più di 7mila in 24 ore
Raddoppiate in un solo giorno. Il Green pass fa volare le prenotazioni per la prima dose di vaccino anti Covid-19 che nel Bresciano sono passate dalle 913 del 10 luglio, minimo storico del mese, alle oltre 7.500 di ieri, di cui 4.304 tra gli under 30, un terzo delle quali tra i ragazzi in età scolare. La crescita è iniziata già dopo il 14 luglio, a seguito dell’annuncio del presidente francese Macron ed ha fatto registrare un’impennata negli ultimi due giorni dopo la conferenza del presidente del Consiglio Mario Draghi in cui ha annunciato che dal 6 agosto sarà necessario avere il Green pass per accedere a molte attività.
A spingere all’assalto alla piattaforma di prenotazione online non sono state, dunque, le notizie che la maggioranza degli attuali ricoverati nei reparti ospedalieri e in terapia intensiva non siano vaccinati, ma l’annuncio che senza il documento non sarà possibile svolgere una lunga serie di attività senza le quali si rischia un vero e proprio auto-lockdown.
«Assalto alla diligenza», così il presidente del Veneto Luca Zaia ha definito le prenotazioni quale effetto del Green pass obbligatorio per una serie di attività, vita sociale compresa. Il punto, ora, è garantire a tutti la somministrazione del vaccino, possibilmente prima dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà del documento, Regione Lombardia, prevedendo il «boom» che puntualmente si è verificato, ha messo a disposizione centomila nuovi posti dedicati a tutti coloro che ancora non hanno aderito alla campagna di vaccinazione anti-Covid.
L’adesione alla campagna vaccinale nel Bresciano ha fatto registrare giovedì 1 luglio 1.686 prenotazioni; la settimana successiva, 8 luglio, le prenotazioni erano scese a 1.331; il 15 luglio (dunque, dopo l’annuncio del presidente francese Macron in merito al green pass d’Oltralpe) il numero delle persone intenzionate a vaccinarsi era già salito a 2.298; il 22 luglio, annuncio del green pass da parte del presidente Draghi, prenotazioni pari a 5.697. Infine, ieri, con quasi ottomila appuntamenti fissati.
La fascia di età con il maggior numero di prenotazioni dall’inizio di luglio, pari a 12.936, è quella dei giovanissimi dai 12 ai 19 anni; numeri alti anche dai 20 ai 59 anni, per poi scendere progressivamente dopo i sessant’anni, fasce di età per le quali in Lombardia già si registra un’alta percentuale di persone immunizzate. E, in ogni caso, gli over 60 possono accedere liberamente ai centri vaccinali con tessera sanitaria e documento. Dunque, senza bisogno di prenotarsi sulla piattaforma.
In ventitrè giorni le nuove prenotazioni sono state oltre cinquantamila. Il «boom» non è ovviamente solo bresciano, ma è condiviso con il resto del Paese. In Lombardia, per giocare di nuovo in casa, dopo i primi giorni di luglio in cui le prenotazioni si sono mantenute intorno alle 15mila al giorno, dal 19 sono stabilmente al di sopra delle ventimila e ieri sono state 62.606 (dato aggiornato alle 20).
Il dato di ieri è stato così commentato da Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia: «Il senso civico e la voglia di sicurezza dei cittadini lombardi hanno portato anche oggi ad un boom di prenotazioni per le vaccinazioni anti Covid. Grazie ancora a tutti per la grandissima collaborazione e voglia di vincere tutti insieme questa battaglia». Quanto incide sulla campagna vaccinale il boom di prenotazioni indotte dall’obbligatorietà del Green pass per poter svolgere la maggior parte delle attività per le quali vale la pena vivere? Ossigeno per la campagna. Dai dati aggiornati a ieri e comunicati da Regione Lombardia, sul totale della popolazione bresciana da vaccinare (dunque, escluse le persone con meno di dodici anni per le quali non è, al momento, stato approvato alcun vaccino), i bresciani che non hanno ancora ricevuto alcuna dose sono 254.865. Su questo numero, le circa cinquantamila prenotazioni delle ultime settimane hanno già un impatto non indifferente.
Poi, si deve ricordare, anche, che ci sono persone che non possono vaccinarsi per ragioni di salute. Senza dimenticare coloro che hanno ufficialmente avuto la Covid-19. Per le quali - notizia degli ultimi giorni - è ora prevista un’unica dose di vaccino (e non due dosi) entro un anno dal primo tampone positivo. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha così spiegato:«Sulla base delle nuove evidenze scientifiche relative alla durata dell’immunità data dall’infezione, verrà adottato in tempi brevi un provvedimento che prolungherà da sei a dodici mesi l’arco di tempo entro il quale si potrà fare una sola dose».
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