Ecco come si struttura il «Piano vaccini Covid-19» nel Bresciano

Inizia a delinearsi nei dettagli il Piano vaccini Covid-19 che porterà da fine gennaio all’inizio della prima fase di immunizzazione di almeno trentamila persone anche nel Bresciano (sono 308.494 quelle individuate per la prima fase in tutta la Lombardia). Nel 70% dei casi si tratta di personale sanitario (medici, infermieri e altri operatori) e nel 30% di ospiti delle Rsa.
Intanto, i punti di stoccaggio - almeno dalle prime informazioni che trapelano da Milano dopo la Conferenza Stato-Regioni - corrispondono ai presidi delle quattro Asst (aziende sociosanitarie) della nostra provincia. Sono l’Ospedale Civile con i presidi decentrati di Gardone Val Trompia e Montichiari; Desenzano per l’Asst del Garda con Manerbio e Gavardo; Chiari per la Franciacorta (non è ancora certo se sarà coinvolto il presidio di Iseo) ed Esine per la Valcamonica con il presidio di Edolo. Certo il coinvolgimento della Fondazione Poliambulanza e dell’Istituto clinico Città di Brescia, due ospedali privati accreditati della Leonessa.
Il processo di distribuzione cambia da vaccino a vaccino. Il «modello freeze» riguarda quello della Pfizer-Biontech, che richiede una conservazione a meno 80 gradi sotto zero. La multinazionale americana a fine gennaio spedirà direttamente 3,4 milioni di dosi dal Belgio ai punti di somministrazione già individuati dalla Regione sulla base di un piano definito con il Commissario. Piano che può essere modificato una settimana prima dell’invio sulla base delle esigenze del territorio. La periodicità delle consegne sarà bisettimanale. Il vaccino della Pfizer richiede una seconda dose che deve essere somministrata tra il 19esimo e il 23esimo giorno dopo la prima.
e Asst bresciane, nella prima ricognizione regionale, hanno dato una disponibilità di massima a conservare il prodotto. Regione Lombardia sta comunque procedendo all’acquisto di cento ultracongelatori mancanti per i quali non è previsto alcun rimborso dal governo centrale che, attraverso il Commissario e in stretto contatto con le Regioni, sta gestendo la delicata partita.
I vaccini che invece non richiedono di essere conservati in una rigida catena del freddo (il primo annunciato quasi contestuale a quello della Pfizer è della statunitense Moderna cui seguiranno quelli di altre quattro aziende) verranno spediti dal produttore in un unico Hub nazionale dell’esercito - l’aeroporto di Pratica di Mare in provincia di Roma - dove verranno stoccate e custodite tutte le dosi. Gli hub locali (farmacie degli ospedali), sulla base dell’andamento delle scorte e delle prenotazioni ricevute, richiederanno ogni quindici giorni il quantitativo di vaccini necessari. La distribuzione è a cura dell’esercito, mentre gli ospedali devono custodire le fiale in frigoriferi operanti da 2 a 8 gradi.
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