È iniziato il Festival internazionale dell’educazione a Brescia

La prima edizione ha preso ufficialmente il via a Palazzo Loggia con la lectio di Etienne e Beverly Wenger
IL FESTIVAL DELL'EDUCAZIONE
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La prima edizione del Festival internazionale dell’educazione ha preso ufficialmente il via, stasera, con una lectio degli studiosi di fama internazionale Etienne e Beverly Wenger intitolata «Il potere formativo delle comunità di pratica», davanti un  Salone Vanvitelliano gremito per l’occasione. Il concetto di «Comunità di pratica», coniato da Etienne Wenger alla fine degli anni Novanta, indica un gruppo di persone unite tra di loro dall’interesse per un certo fare, che si perfeziona nella frequentazione reciproca tra questi stessi membri: in questo senso non poteva forse esserci benedizione più adeguata di quella dell’ideatore di questo concetto per una rassegna che per la sua prima edizione ha scelto come tema proprio le «Comunità educative».

Nata dall’iniziativa di importanti soggetti del territorio quali l’Università Cattolica, Fondazione Brescia Musei, l’editrice Morcelliana, Fondazione Asm, InnexHub e Fondazione Aib, la rassegna si pone l’obbiettivo di arricchire il palinsesto della Capitale della cultura 2023 con una riflessione sui temi dell’educazione e della formazione. «Il festival vuole essere un momento di impegno - spiega il direttore scientifico Domenico Simeone -, per dire che siamo pronti a costruire una comunità educativa».

  • Festival dell'educazione, l'inaugurazione a Palazzo Loggia
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Le motivazioni

La prima edizione cade nell’anno di Bergamo-Brescia 2023, e non a caso: «La candidatura è nata nel momento difficilissimo della pandemia, quando si è voluto dare fiducia alla capacità di rinascita delle due città. Crediamo che anche l’educazione possa giocare un ruolo importante nel gettare le basi del futuro. Anche il tema delle comunità educative nasce dalle ferite che la pandemia ha inferto a Brescia e Bergamo e dalla conseguente necessità di ricostruire i legami». C’è poi una specificità bresciana sul tema educativo: «Brescia ha una grande tradizione pedagogica, cattolica e laica, riconosciuta a livello nazionale e non solo - spiega la sindaca Laura Castelletti -. È in questo humus che è germogliata l’idea di questa iniziativa. La nostra giunta - continua - ha istituito un assessorato che si occupa di politiche educative oltre che giovanili, e che sta lavorando agli stati generali dei giovani, per mettere i ragazzi al centro del dibattito pubblico e politico».

  • Festival dell'educazione: l'inaugutazione di Luci d'artista in via Avogadro
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«Impegnandoci sull’educazione - sottolinea poi l’assessora regionale a istruzione, formazione, lavoro Simona Tironi - contribuiamo a dare delle risposte ai nostri ragazzi». Tra i promotori, due grandi attori culturali come la Cattolica e Fondazione Brescia Musei. «È un’iniziativa potente - dice il rettore Franco Anelli -, che sottolinea anche il potere trasformativo dell’educazione: da lei viene la forma che si darà al futuro». «La tradizione educativa appartiene al patrimonio di Brescia - aggiunge la presidente di Fondazione Brescia Musei e dell’editrice Morcelliana Francesca Bazoli -, anche per questo abbiamo creduto a questo festival».

Nel loro intervento, i coniugi Wenger si sono concentrati sul «social learning», l’apprendimento sociale, cuore delle comunità di pratica: «lI tipo di apprendimento su cui lavoriamo - spiega Beverly - è quello in cui non c’è un rapporto frontale, ma relazione». «Nell’apprendimento sociale - continua Etienne - si impara attraverso la condivisone delle incertezze». Di fatto, una sfida dal grande valore sociale: «Imparare coinvolgendo diventerà sempre più importante - concludono -, e così l’apprendimento potrà fare la differenza per i nostri giovani».

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