Dramma in piscina: indagati mamma, papà e i bagnini

Oggi l’autopsia sul corpo del bimbo morto dopo l’ingresso in acqua a Lamarmora
Gli esterni dell'impianto di via Rodi - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Gli esterni dell'impianto di via Rodi - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Gli inquirenti non escludono che sia caduto accidentalmente in acqua e che non sapesse nuotare. Non escludono nemmeno che Ansh Sharma, il bimbo di sette anni recuperato in fin di vita dal fondo della piscina Lamarmora domenica pomeriggio, sia morto annegato e non per un malore.

In attesa dell’autopsia sul corpo del bambino residente con la mamma, il papà e il fratello di 11 anni in via Divisione Aqui - esame eseguito stamattina - il sostituto procuratore Gianluca Grippo sta lavorando a questa ipotesi. La prova che il piccolo possa essere stato colto da malore o che soffrisse di gravi patologie per ora non sarebbe emersa.

Nessuno, tra i numerosi testimoni presenti nell’impianto di via Rodi, sarebbe stato inoltre in grado di descrivere i drammatici momenti nei quali si è repentinamente sbriciolato tutto il futuro del piccolo. I fascicoli aperti per omicidio colposo alla procura ordinaria e a quella per i minorenni non sono più a carico di ignoti. I magistrati titolari vi hanno iscritto i nomi del papà e della mamma, ma anche quelli degli assistenti ai bagnanti in servizio domenica pomeriggio. Si tratta di tre bagnini maggiorenni, tra i quali il responsabile del team, e di due minorenni. Ai cinque, convocati già nella serata di domenica in Questura per l'identificazione, gli agenti della Polizia hanno sequestrato il telefonino:lo scopo è quello di recuperare dai loro smartphone informazioni utili alla ricostruzione dei minuti nei quali si è giocato il destino del bambino. L'iscrizione dei sette è un atto formalmente dovuto.

Lo scopo è quello di garantire al papà, alla mamma e agli assistenti ai bagnanti di partecipare, attraverso la nomina di un legale, all’esame autoptico: atto irripetibile decisivo per chiarire cause ed eventuali responsabilità di una morte che si può spiegare ed accettare solo dal punto di vista medico e forse processuale.

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