Depurazione, un comune bresciano su 5 ancora in infrazione

Il Piano punta al 2024 sfruttando il Recovery Fund. Per evitare le sazioni Ue previsti investimenti per 250 milioni nei prossimi tre anni
Un depuratore (foto d'archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Un depuratore (foto d'archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Pian piano fognature e depuratori stanno nascendo in tutta la provincia, sanando situazioni critiche e garantendo scarichi puliti ai nostri laghi e fiumi. Ma stando alla mappa fornita dal Commissario unico per la depurazione, sono ancora 36 gli agglomerati bresciani (un agglomerato può coinvolere più Comuni) sotto procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. E la procedura avviata nel 2014 (la numero 2059) è ormai prossima alla sentenza, attesa tra giugno e luglio, con il possibile arrivo delle salatissime sanzioni di Bruxelles. Basti dire che la sentenza di condanna del maggio 2018 per una procedura avviata nel 2004 costa all’Italia 165mila euro al giorno, 60 milioni l’anno.

Ecco perché sui cerca di accelerare con gli investimenti, sfruttando anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dove oltre 600 milioni sono destinati ad interventi per la depurazione, soprattutto al sud, visto che Sicilia, Calabria e Campania sono le Regioni messe peggio. «La depurazione sarà certamente uno dei temi del Recovery Plan - ha spiegato Maurizio Giugni, Commissario Unico Depurazione - quindi il cospicuo investimento statale per la messa in regola degli agglomerati, fin qui dell’ordine di oltre due miliardi, sarà destinato a crescere».

L’iter. Nel corso degli anni sono state aperte quattro procedure d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della direttiva europea 271 del 1991 sul trattamento delle acque reflue. Le prime due, del 2004 e del 2009, sono già arrivate a sentenza ma non coinvolgono comuni bresciani. Le ultime due, la 2049 del 2014 e la 2181 del 2017, coinvolgono ancora 36 agglomerati della nostra provincia, secondo i dati del Commisario. Nell’ultimo monitoraggio dell’Ufficio d’Ambito di Brescia (Ato) gli agglomerati a rischio erano in realtà 44. In pratica un Comune bresciano su 5.

Investimenti. La procedura del 2014, infatti, coinvolgeva 65 agglomerati: la progressiva realizzazione di depuratori e fognature ha consentito che molte situazioni venissero sfilate dal dossier europeo. Alcuni agglomerati sono poi stati accorpati e quindi dismessi, come Capriano del Colle e Castelcovati, anche se l’operazione non è ancora stata riconosciuta da Bruxelles. Restano comunque ancora molte situazioni critiche che fanno della provincia di Brescia la maglia nera della Lombardia, visto che sul nostro territorio si concentra l’80% delle procedure d’infrazione regionali: fognature non complete, depuratori sottodimensionati, obsoleti o addirittura assenti.

Da alcuni anni è però partito un Piano corposo di investimenti, messo in atto dai gestori (A2A Ciclo Idrico, Acque Bresciane, Asvt) sotto la regia dell’Ato: circa 250 milioni per fognatura e depurazione da realizzare entro il 2023 in modo da risolvere tutte, o quasi, le infrazioni. «Stiamo cercando di accelerare - spiega il direttore dell’Ato Marco Zemello - anche in quei casi più critici, come Calvisano e Lumezzane, dove con ogni probabilità gli interventi andranno oltre il 2023».

Calvisano, come si sa, è una sorta di caso limite: nel Comune della Bassa mancava tutto, acquedotto, fognatura, depuratore e nel 2019 A2A ha avviato un maxi-piano da 60 milioni. Ad Alfianello il nuovo depuratore sarà pronto a fine anno, San Zeno Naviglio è stato collettato a Verziano. Anche a Nuvolera i lavori sono già stati ultimati, anche se l’agglomerato compare ancora tra quelli sotto infrazione. Discorso analogo a San Paolo: depuratore già in funzione, collettori pronti a fine anno. A Concesio, come si sa, si sta realizzando il depuratore «salva Mella», dove confluiranno i reflui di tutti i Comuni della Val Trompia: sarà pronto a metà 2022.

Insomma, si lavora per far sì di risolvere tutte le criticità messe in luce nella procedura del 2014 che tra un paio di mesi potrebbe condannare l’Italia, dando tempi stringenti per risolvere le criticità ancora pendenti. La pratica del 2017 è ancora in una fase istruttoria. Ma anche in questo caso si sta lavorando: a Offlaga il depuratore è stato inaugurato ieri (i colletttori saranno completati il prossimo anno), Mazzano è già stato collettato a Verziano, a Visano il progetto è pronto, a Pontevico e Pralboino ci si sta lavorando.

«In questi anni - spiega Zemello - abbiamo intercettato circa 50 milioni di risorse pubbliche per finanziare gli interventi». Evitando così che l’intero costo fosse caricato sulla tariffa. «Ora il Ministero ci ha chiesto quali interventi potrebbero rientrare nel Piano di ripresa e resilienza - continua il direttore dell’Ato. Entro metà giugno invieremo l’elenco». cercando di accelerare per salvare laghi e fiumi ed evitare le multe di Bruxelles.

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