Depuratore, una falsa mail del commissario agita le acque

È stata inviata da un account falso col nome del prefetto Attilio Visconti. Atti in Procura: «Ora stop a bugie e toni denigratori»
Il commissario Attilio Visconti - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il commissario Attilio Visconti - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una falsa mail a nome Attilio Visconti rischia di inquinare le acque già agitate attorno al nuovo depuratore del Garda. Il prefetto-commissario ha infatti inviato mail e materiale allegato alla Procura di Brescia e reagito in maniera ferma. «Il commissario - si legge in una nota diffusa in serata dalla Prefettura - è personalmente disponibile a tutti i confronti tecnici a patto che vengano svolti in modo corretto, ma non può tollerare un utilizzo di metodi denigratori verso tutte le persone e le istituzioni che hanno contribuito alla redazione degli studi e dei progetti». Punto.

La vicenda

Tutto nasce da una mail spedita martedì sera ad alcuni parlamentari e consiglieri regionali ma anche persone coinvolte nella vicenda-depuratore. Nel mittente si legge «attilio visconti» e l’indirizzo utilizzato è un generico «depuratoregarda@yahoo.com». A spedire la mail non è ovviamente Visconti. Ma non c’è firma. Nel testo solo tre parole: «leggere ascoltare attentamente».

In allegato un pdf di tre pagine che ripercorre la vicenda e un file audio di 3 minuti e 39 secondi. Il file è un messaggio audio che il prof Giorgio Bertanza dell’università di Brescia - il consulente che ha effettuato lo studio comparativo tra i diversi progetti ipotizzati da Acque Bresciane, compreso il ballottaggio tra Gavardo-Montichiari e Lonato - aveva inviato al capo di gabinetto di Visconti l’11 luglio: al tempo il prefetto, da poco nominato commissario, stava ancora decidendo quale fosse la soluzione migliore. In quel messaggio Bertanza fa alcune valutazioni.

In particolare l’autore della mail stigmatizza la frase «se si tira fuori una voce di costo aggiuntiva che Acque Bresciane non ha conteggiato si rischia di andare a minare la veridicità di tutto lo studio». Una frase che pare riferita all’ipotesi Peschiera. Quel messaggio è poi finito per errore in una chat Whatsapp dove sono presenti circa 250 persone, a partire dai sindaci bresciani. Ora è riemerso e utilizzato per accusare Bertanza, Acque Bresciane e la Prefettura di «imparzialità» e inaccuratezza dellevalutazioni. La nota allegata si lascia invece andare a frasi scurrili («quanto sta avvenendo è una porcata») e passeggi ironici. Ma i toni restano pesanti.

I progetti

Soprattutto quell’Attilio Visconti come mittente per il prefetto è inaccettabile. «Utilizzando uno strumento illeggitimo, e cioè un account falso a nome del Commissari straordinario - circostanza già denunciata all’autorità giudiziaria - si è tornati ad aprire una polemica sulla localizzazione del depuratore a Peschiera imputando alla struttura commissariale una mancata valutazione» si legge nella nota della Prefettura.

L’ipotesi Peschiera «era stata già ampiamente valutata» da Acque Bresciane, dall’Ato e dal Ministero e «scartata per varie ragioni», in particolare «l’onerosità dell’investimento» (servirebbero 50 milioni in più) «e i tempi di realizzazione. Al commissario sono stati consegnati comunque «tutti gli studi e i conteggi dei costi delle varie soluzioni», compresi anche gli investimenti da realizzare per i collegamenti al depuratore di Peschiera. «Tutti documenti per altro pubblicati in modo trasparente sul sito di Acque Bresciane». Insomma, conclude la nota «il tentativo di utilizzare in modo mistificatorio un estratto di un vocale del prof. Bertanza è un atto inqualificabile da chi si oppone a un progetto di grande valenza ambientale». In quel vocale, ad esempio, Bertanza precisa che Gavardo-Montichiari costa un po’ meno rispetto a Lonato, ma porta di gran lunga magguori benefici ambientali. Resta che questa vicenda, già complicata, rischia ora di inasprire ancora di più i toni. L’esatto contrario di quello che servirebbe.

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