Depuratore Garda, agricoltori in piazza Duomo con un trattore

Arriva in piazza Paolo VI a bordo del suo trattore Enrico Di Martino di Cascina Belmonte di Muscoline, per portare la solidarietà, a nome e in rappresentanza di 31 aziende agricole dell’asta del Chiese e della Valtenesi, al presidio di protesta contro il depuratore del Garda del Comitato «9 agosto». Presidio che sta proseguendo ad oltranza proprio dal 9 agosto all’ombra del Broletto e che contesta la nomina di un commissario straordinario sulla «partita depuratore» (il prefetto di Brescia Attilio Visconti) e la sua scelta progettuale, il doppio impianto a Gavardo e Montichiari, scartando l’ipotesi Lonato (che scaricava comunque nel Chiese).
La protesta
A dare il via all’iniziativa del presidio sono stati 5 gruppi, ovvero Federazione delle Associazioni del Chiese, Basta Veleni, Comitato referendario Acqua pubblica, Comitato mamme del Chiese e Comitato ambiente territorio Basso Garda. Le ragioni della protesta sono note: il «no» è ribadito per amore del Chiese, contro il progetto che lo vuole collettore dei reflui trattati dal depuratore del Garda. L’obiettivo è «far conoscere il più possibile questa situazione che va oltre il buon senso e che è paradigmatica di un meccanismo che non ascolta il territorio» dicono Marco Apostoli e Gianluca Bordiga a nome del Comitato 9 agosto.
L'iniziativa delle aziende
Di Martino, accompagnato da Vincenzo Chianese, consigliere comunale di Muscoline, dona simbolicamente al presidio alcuni prodotti, caricati sul trattore in ceste di vimini (ne ha portato uno da donare emblematicamente al prefetto Visconti, ma non ha potuto essere consegnato), proprio delle aziende agricole che si schierano a fianco del presidio. Agricoltura. Il viaggio di Di Martino è partito proprio dal campo accanto al Chiese, a Gavardo, dove dovrebbe essere ubicato l’impianto. «Siamo aziende che mettono al centro la qualità e abbiamo bisogno di preservare paesaggio e ambiente - sottolinea Di Martino -. L’impianto sarebbe localizzato proprio vicino alla tangenziale che è la porta d’accesso alla Valtenesi e alla Valsabbia. Ne deriverebbe anche un danno d’immagine». Di Martino insiste: «Con questa azione simbolica diciamo no ad ogni sfregio all’ambiente. Che rappresenterebbe uno sfregio e un danno anche per le nostre attività. Un’agricoltura di qualità si può fare solo in un ambiente sano e pulito, con acqua pulita. E per questo gli impianti di depurazione devono essere pensati per risolvere i problemi e non per crearli».
Chianese ricorda «che pure le Amministrazioni dell’asta del Chiese sono solidali con la protesta». Bordiga conclude: «Gli agricoltori sono stati spesso chiamati in causa quali ipotetici beneficiari del depuratore del Garda sul Chiese in quanto gioverebbero della maggiore disponibilità di acqua per l’irrigazione. Non è così. Gli agricoltori sono le prime vittime di ogni sfregio inflitto al territorio».
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