Dal toto assessori al toto incarichi, i voti riscrivono «l’albo dei big»

Nel Pd si cerca l’equilibrio (tra correnti) guardando a capogruppo e presidenze delle Commissioni
Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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C’era chi ci sperava, tra i dem, nei riconteggi. Non tanto tra gli undici consiglieri «titolari» fino alla nomina della prossima squadra di Giunta (che dovrebbe promuovere almeno 4 degli eletti del Pd, ai quali si aggiunge la nomina esterna di Federico Manzoni, vicesindaco con delega alla Mobilità), quanto fra i papabili «riservisti».

Mentre in Loggia si consumava il rinvio dell’atto formale della proclamazione di Laura Castelletti sindaco, l’Ufficio elettorale ha aggiornato i dati relativi alle preferenze incassate: fino a ieri, infatti, mancavano all’appello ancora i conteggi di tre sezioni, vale a dire la 307, la 310 e la 906. Il quadro generale non è stato scombussolato, ma così come qualche nome ha scalato la classifica di qualche gradino, altri sono scesi. Causando qualche (seppur leggera) gastrite.

Scala mobile

Il piazzamento nell’abaco delle preferenze non costituisce uno dei criteri preziosi solamente per il toto assessori. In ballo ci sono anche altri ruoli, a partire dalle deleghe affidate ai consiglieri fino ad arrivare alle presidenze delle Commissioni consiliari, passando per l’affaire capogruppo. Tutti ruoli per nulla secondari sia per una guida stabile dell’attività amministrativa, sia per una gestione politica che possa attutire eventuali (e fisiologiche) turbolenze.

Tirata la riga, dopo i primi 5 (Valter Muchetti con 1.717 voti personali, Anna Frattini con 937, Roberto Rossini con 923, Camilla Bianchi con 888 e Roberto Cammarata con 743), l’ordine è cambiato. Al sesto posto è salita Beatrice Nardo (534), un profilo non secondario per gli equilibri interni al partito: non a caso una parte dello schieramento (non solo da Brescia) si è già messa in moto.

L’obiettivo è consolidare la rappresentanza di un’area politica del Pd non «assimilabile» e non vicina a quella più a sinistra che vede in Elly Schlein il punto di riferimento (da Iniziativa democratica a Base riformista). Per questo, e per il suo piazzamento, Nardo potrebbe aspirare ad un ruolo: se non in Giunta, alla guida di una Commissione di peso. A scendere, ci sono poi Roberto Omodei (531 preferenze) e Andrea Curcio (527). Proprio loro - insieme a Cammarata nel caso in cui non fosse promosso in Giunta -, che nel mandato che ci lasciamo alle spalle hanno condotto la loro «palestra amministrativa» e che allo stesso tempo rappresentano la nuova generazione politica (quella che, con i consensi delle urne, ha di fatto riscritto «l’albo dei big»), potrebbero giocarsi il ruolo (determinante per questo mandato) di capogruppo.

In coda, a chiudere l’elenco degli undici eletti titolari, ci sono l’ex assessore Fabio Capra (515), Pietro Ghetti (513) e Diletta Scaglia (503). I primi quattro dei non eletti, prossimi quindi all’ingresso in Consiglio e sempre restando in casa dem, sono Daniela Del Ciello (484), Laura Giuffredi (429), Mirco Biasutti (384) e Monica Rovetta (377). Insomma, al classico toto assessori si è aggiunto il «toto-ruoli» plenario.

Consultazioni

Prosegue, nel frattempo, il tam tam su chi ricoprirà incarichi nella futura Giunta. E se è vero che le delegazioni ufficiali inizieranno le consultazioni a partire da lunedì, è altrettanto vero che in queste ore qualche incontro esplorativo Castelletti lo ha avviato. In primis, nella serata di giovedì, con i suoi collaboratori più stretti; ieri ha invece incontrato il suo predecessore e coordinatore politico della campagna elettorale: Emilio Del Bono. Ma i caminetti sono solo all’inizio. 

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