Da 500 giorni in piazza contro il depuratore: «Una battaglia di dignità»
«Cinquecento giorni di costante impegno contro il commissario straordinario (il prefetto di Brescia, ndr) che ha avallato il progetto iniquo e contro natura che pretende dalla comunità e dal territorio del fiume Chiese la disponibilità a farsi carico della depurazione dei reflui fognari della sponda bresciana del Garda».
Cinquecento giorni di protesta del Comitato di coordinamento «Presidio 9 agosto» che dall’estate del 2021 staziona 24 ore su 24 ai piedi del Broletto, sede della Prefettura, («simbolo di un potere avulso e distante dalla propria comunità») senza cedere di un passo, rafforzando di volta in volta la loro presenza (160 aderenti che si danno il cambio sotto il gazebo). Una ricorrenza importante per un percorso che sarà ancora lungo e difficile e che fornisce l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività finora svolta.
Tre giorni
«Un presidio non sempre facile - spiega Piera Casalini dell’associazione Mamme del Chiese - che i cittadini hanno capito, condividendo la difesa dei diritti e della dignità del territorio. In questi intensi 500 giorni abbiamo bussato a tante porte, cercato nuove vie, incontrato istituzioni locali, provinciali e regionali - ha sottolineato -. I prossimi tre giorni, domani, domenica e lunedì, ci vedranno impegnati a divulgare con ancora più forza le nostre ragioni».
Il programma
Domani si terrà un dibattito pubblico nel pomeriggio a partire dalle 15, con il Collettivo dei lavoratori della Gkn di Firenze, anche loro impegnati da tempo in un presidio per salvare il posto di lavoro, e il giornalista Paolo Cacciari. Domenica il maratoneta Carmine Piccolo sarà il protagonista della «Corsa per la vita»: 30 chilometri da Salò a Montichiari passando per Gavardo (i due Comuni dove è prevista la realizzazione dei depuratori del Garda), accompagnato da podisti e ciclisti, con l’adesione della Fiab di Montichiari. Lunedì, infine, il Comitato di coordinamento andrà in trasferta a Milano in occasione della seduta del Consiglio regionale con l’obiettivo di incontrare il presidente Alessandro Fermi e sollecitare il finanziamento di uno studio ecologico sul fiume Chiese. «Uno studio - aggiunge Piera Casalini - che non è un impegno economico gravoso per la Regione ma potrebbe diventare un prototipo per situazioni simili».
Alla luce di questi primi 500 giorni di presidio, gli attivisti decideranno come proseguire nella prossima assemblea pubblica. «Ciò che è certo - si legge in una nota del presidio - è che un’esperienza tanto unica quanto emblematica come la nostra, non è destinata ad esaurirsi e continuerà fino a che gli obiettivi non saranno raggiunti, magari evolvendosi in altre forme».
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