Crimi sul caso GdB: «Così si "uccide" un giornalista»

Parla il sottosegretario bresciano alla Presidenza del consiglio con delega all'Editoria
Vito Crimi, senatore del Movimento 5 Stelle - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Vito Crimi, senatore del Movimento 5 Stelle - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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«Apprendo con sgomento dell'attività di perquisizione svolta nei confronti di un bravo giornalista del Giornale di Brescia, Andrea Cittadini, accusato di "istigazione a delinquere" per aver svolto semplicemente il suo lavoro di ricerca delle informazioni». Così Vito Crimi, sottosegretario per l'Editoria, interviene sulla vicenda di Andrea Cittadini.

«La motivazione del sequestro di cellulare e tablet del cronista - continua Crimi - pare essere la presunta fuga di notizie relative alle indagini sulla scomparsa di due persone, avvenuta anni fa a Brescia. Ma com'è possibile che una fuga di notizie possa compromettere indagini con piste investigative ormai fredde, a distanza di anni? Difficile crederlo. Spero non si tratti, invece, di una ritorsione nei confronti di Cittadini, che proprio di recente ha scritto un articolo relativamente ad un'indagine che vede coinvolto il figlio del procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno, arrestato per rapina a mano armata e in attesa di processo».

E aggiunge di essere «umanamente vicino - lo sono sempre stato - al procuratore per la triste vicenda familiare che da tempo lo coinvolge personalmente. Ma ritengo ugualmente gravissimo l'accaduto, per l'evidente incompatibilità ambientale che si è venuta a creare. Chi è arrivato ad ordinare la perquisizione di Cittadini, pur nella consapevolezza di non trovare alcuna informazione utile, ha di fatto "ucciso" - consentitemi il termine - professionalmente un bravo giornalista. Perché con questo gesto un professionista viene delegittimato agli occhi delle sue fonti. E per un giornalista la perdita di credibilità equivale a perdere il senso del proprio lavoro».

Il sottosegretario Crimi infine aggiunge: «Il Movimento 5 Stelle interverrà presto a tutela delle fonti e dei giornalisti oggetto di diffamazione intimidatoria da parte dei privati. Con due disegni di legge a prima firma del portavoce al Senato Primo Di Nicola, proporremo modifiche al Codice di Procedura Penale per aumentare la protezione dell'identità delle fonti delle informazioni giornalistiche e al Codice di Procedura Civile per scoraggiare le liti temerarie e dotare i giornalisti di maggiori difese contro le esorbitanti richieste di risarcimento danni avanzate al solo scopo di intimidirli e diffamarli. Quando le libertà di stampa, d'informazione e di pensiero garantite dall'art. 21 della Costituzione vengono messe in discussione, credo sia nostro dovere intervenire affinché tornino ad essere preservate, anche con opportuni strumenti normativi, se necessario»..

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