Cresta da 33mila euro all’anziana: badante a processo

Con la carta di credito dell’anziana che doveva accudire faceva spese per sé. Ma non solo. Approfittando del decadimento cognitivo della nonnina, 91 anni già compiuti, era riuscita a convincerla ad assumera la nuora, ma anche a farsi versare uno stipendio non dovuto, considerato che il suo glielo pagava la cooperativa che l’aveva assunta. In due anni, grazie alla disponibilità della sua Visa e alla possibilità di operare sui suoi conti, le ha fatto sparire 33mila euro.
Per lei, sessantenne badante di origine peruviana di casa a Flero, i guai sono iniziati quando gli assistenti sociali del Comune di Brescia si sono accorti, da un lato che la 90enne, con la quale avevano sempre avuto un buon rapporto, era sempre più restia ad aprire loro la porta; dall’altro che i suoi conti, in ordine almeno fino dicembre del 2018, dal 2019 avevano cominciato a presentare ammanchi incomprensibili.
Almeno all’apparenza. I responsabili dei Servizi sociali della Loggia sono andati a fondo e hanno scoperto che l’anziana aveva staccato assegni a favore della badante - cui non spettava nulla di più dello stipendio versatole dalla cooperativa - ma anche «strisciate» nei ristoranti di sushi della città, alle casse dei supermercati e in profumeria. Spese, almeno all’apparenza, ingiustificate e non compatibili con il fabbisogno dell’anziana. Acquisti non certo in linea, a parità di necessità, con quelli fatti prima dell’ingresso nella sua vita della nuova badante.
La denuncia è scattata nel volgere di poco. Approfondendo la questione, gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Alessio Bernardi sono arrivati ad ipotizzare che la sessantenne abbia approfittato delle difficoltà dell’anziana cui doveva provvedere per convincerla a fidarsi solo di lei, non degli assistenti sociali, che avrebbero cercato di farla ricoverare in una casa di riposo, mettendola così nelle condizioni di perdere la casa. Una strategia, secondo l’accusa, che le avrebbe consentito di operare indisturbata con le carte e gli assegni dell’anziana. Un piano però che le si è rovesciato addosso.
La donna è stata indagata per circonvenzione di incapace e indebito utilizzo di strumenti di pagamento. Ma anche licenziata. Il processo a suo carico riprenderà a settembre con l’esame dei testimoni. L’anziana, cui è stato assegnato un amministratore di sostegno, si è costituita parte civile con l’avvocato Chiara Bertoli.
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