Covid, quarte dosi a rilento: immunizzato soltanto l’11% degli over 60

Nella fascia tra 60 e 79 anni hanno aderito in 28.745 Numeri più significativi dagli 80 in su: oltre il 33%
QUARTA DOSE A RILENTO
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«Il vaccino verrà aggiornato. Auspichiamo che quello aggiornato sia offerto entro settembre. I vaccini che abbiamo usato finora sulla capacità di evitare la malattia grave sono molto, molto efficaci. Ce lo confermano i dati. Il mio appello agli over 60 e ai fragili è di non aspettare ma di prendere la quarta dose perché altre ondate sono possibili». Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza.

Ma se guardiamo i dati non sembra che l’appello del ministro sia stato in questi mesi accolto con particolare entusiasmo, anzi.

Idati bresciani parlano chiaro: nella fascia tra 60 e 79 anni le persone che hanno ricevuto la quarta dose sono state 28.745, quindi soltanto l’11,30% dei 254.310 che potrebbero immunizzarsi. Numeri più significativi tra gli over 80: le quarte dosi sono 27.330, il 33,36% dei totali 81.914 bresciani che appartengono a questa fascia d’età. Una curiosità sono 197 gli ultracentenari che hanno ricevuto la quarta dose.

La quarta dose di vaccino contro Covid è sicura anche per i cardiopatici; anzi proprio chi soffre di malattie cardiache dovrebbe sottoporsi al secondo booster poiché l’infezione rappresenta un potenziale rischio per il cuore. È il messaggio che arriva dalla Società Italiana di Cardiologia a pochi giorni dall’inizio del congresso annuale dell’European Society of Cardiology, che si svolgerà a Barcellona dal 26 al 29 agosto. «Non c’è alcun motivo di temere un nuovo richiamo di vaccino anti-Covid. Ora abbiamo ulteriori conferme che i vaccini sono sicuri anche per le persone con insufficienza cardiaca e che l’infezione Covid è più pericolosa per il cuore rispetto alla vaccinazione», dice il presidente Sic Ciro Indolfi che cita uno studio che verrà presentato al meeting Esc nei prossimi giorni

Dalla ricerca, condotta in Danimarca su oltre 50mila pazienti con insufficienza cardiaca vaccinati con uno dei due vaccini a mRna, è emerso che la vaccinazione non peggiora la malattia cardiaca e anzi riduce il rischio di morte. «I risultati di questo studio indicano che i pazienti con insufficienza cardiaca dovrebbero avere la priorità per le vaccinazioni e per i richiami», dice Indolfi.

«Basta quindi con i timori che stanno frenando la somministrazione della quarta dose nelle persone per cui è raccomandata. Il vaccino anti-Covid è ancora la nostra arma migliore contro il virus», conclude Indolfi.

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