Covid, i Nas chiudono tre punti prelievo tamponi nel Bresciano

I militari dell'Arma hanno riscontrato irregolarità nella gestione del personale che effettuava gli accertamenti
  • Nas, punti prelievo tamponi rapidi chiusi anche nel Bresciano
    Nas, punti prelievo tamponi rapidi chiusi anche nel Bresciano
  • Nas, punti prelievo tamponi rapidi chiusi anche nel Bresciano
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Tocca anche il Bresciano l'operazione del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute avviata, d'intesa con il Ministero della Salute, che ha portato ad una serie di accertamenti per verificare la corretta esecuzione dei tamponi rapidi e analisi antigeniche per la ricerca del Covid-19.

In particolare i militari hanno riscontrato irregolarità nella gestione del personale di tre centri convenzionati con Asst del Garda, nella zona di Salò e Montichiari, che sono stati chiusi. In totale a livello nazionale sono 21 le chiusure di punti prelievo dei tamponi rapidi disposte ad esito delle ispezioni.

All'origine dei provvedimenti le condizioni igienico-strutturali carenti riscontrate e l'individuazione di 18 operatori che svolgevano l'attività benché privi del Green pass. Non sarebbe quest'ultima tuttavia la contestazione mossa ai tre centri prelievo bresciani, nei quali piuttosto avrebbero operato persone non abilitate formalmente all'attività di prelievo. Il controllo negli ultimi 30 giorni ha interessato 1.360 farmacie e centri analisi, rilevando irregolarità presso 170 (il 12,5%) contestate 282 violazioni.

Sono stati sequestrati in totale 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei - continua la nota - e l'estensione delle verifiche ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari.

I controlli dei Carabinieri dei Nas sono stati avviati dal mese scorso in tutta Italia principalmente per prevenire e contrastare il fenomeno dei cosiddetti «falsi positivi» «e cioè soggetti già risultati positivi che si presentano presso un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un altro soggetto no vax al fine di fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest'ultimo, il green pass».

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Le 282 violazioni contestate sono per uso di tamponi e kit reagenti non regolari i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile; mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica; inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell'esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del Green pass obbligatorio; effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala, etc.), in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.

Gli interventi hanno intetessato in paticolare le province di Reggio Calabria, Campobasso, Cagliari, Parma, Brescia, come detto, Palermo, Taranto, Roma, Udine e Salerno.

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