Corruzione per appalti pubblici: quattro arresti e sequestri per 450mila euro

Scoperto un meccanismo che avrebbe permesso l'aggiudicazione da parte della bergamasca Valcart di varie gare d'appalto
Corruzione, quattro arresti
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La Guardia di Finanza di Brescia ha eseguito quattro misure cautelari - tre in carcere e una ai domiciliari - e il sequestro di circa 450 mila euro.

Dalle indagini coordinate dal pm Marzia Aliatis è emerso un meccanismo che avrebbe permesso l’aggiudicazione per oltre 12 milioni di euro da parte della Valcart (società bergamasca di Rogno, sul confine con Brescia) di varie gare d’appalto bandite da Enel Distribuzione, società partecipata dallo Stato. La Valcart era già finita al centro di un’altra indagine per un incendio doloso avvenuto nel 2019 e sul quale stava indagando l’antimafia di Brescia.

Un dipendente infedele della partecipata (estranea alla vicenda) avrebbe ricevuto, nel corso di diversi incontri avuti con il corruttore, vicino ad un casello autostradale, oltre 70 mila euro in contanti, il tutto documentato con riprese video effettuate dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia.

Le indagini di polizia giudiziaria avrebbero anche consentito di documentare numerosi accessi abusivi ai sistemi informatici, in danno di un’altra società partecipata dallo Stato, che avrebbero consentito la visualizzazione delle offerte trasmesse dalle imprese partecipanti ad alcune gare d’appalto, nel tentativo che la società coinvolta ne fosse l’aggiudicataria.

In carcere sono finiti i fratelli Sergio e Vincenzo Bava, il primo amministratore di fatto di Valcart, e l’hacker Paolo Giannetta, ai domiciliari invece il dipendente di Enel distribuzione Antonio Marcone che avrebbe incassato tangenti per far vincere gare pubbliche a Valcart. L’hacker coinvolto avrebbe invece fatto accessi abusi al sistema informatico di Terna, altra società partecipata, per visionare le offerte dei concorrenti di Valcart.

«E-Distribuzione conferma la propria completa estraneità ai fatti e sottolinea la massima collaborazione alle indagini in corso» ha commentato Enel distribuzione in merito all’inchiesta della Procura di Brescia. «La società applica un approccio di tolleranza zero nei confronti dei fenomeni corruttivi e ha immediatamente attivato le opportune verifiche per poter valutare, in attesa degli esiti delle indagini giudiziarie, tutte le azioni legali a propria tutela» fa sapere Enel distribuzione.

Perquisizioni sono state eseguite a Brescia, Milano, Bergamo, Novara e Chieti. I Finanzieri hanno inoltre accertato compensazioni di crediti falsi per un importo complessivo pari a  3.861.462,40 euro e l’omessa dichiarazione, da parte di due società, riconducibili agli indagati, di circa 400.000 euro di Iva. dovuta.

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