Coronavirus, il caos dei numeri: servono dati uniformi

L’inclusione delle Rsa nel calcolo dei contagi ha creato confusione tra sindaci e lettori
Dipendenti del Civile si sottopongono al test sierologico - Foto Ansa/Filippo Venezia
Dipendenti del Civile si sottopongono al test sierologico - Foto Ansa/Filippo Venezia
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Che succede ai dati dei contagi e dei decessi comune per comune? Già, che succede. Ce lo chiedono i lettori e ce lo chiedono i sindaci. Da un paio di giorni i numeri pubblicati nella tabella sull'edizione cartacea del GdB sono cresciuti, spesso sensibilmente, rispetto a quelli pubblicati fino a sabato. Per esempio Brescia è passata da 1.633 a oltre 1.800.

Un balzo che non è dovuto a una nuova esplosione del contagio di Covid-19. Ma al fatto che i dati diffusi fino a sabato dall’Ats di Brescia e dall’Ats della Valcamonica non includevano i tamponi positivi delle case di riposo. Un modo per poter confrontare dati omogenei, era stato spiegato. Ora le due Agenzie di tutela della salute hanno deciso di diffondere il dato dei contagiati comprendendo anche i casi registrati nelle Rsa e Rsd. Come ha sempre fatto la Regione, nel diffondere il dato provinciale. Solo che questo ha comportato un bel balzo nel totale dei casi: l’Ats di Brescia è passata da 9.697 (dato di venerdì 24 aprile) a 11.201 (dato di sabato 25 aprile), la Valcamonica da poco più di 1.100 a oltre 1.300. Fin qui il totale.

Le due Ats hanno poi deciso di non diffondere più il dettaglio dei contagiati Comune per Comune (quello che veniva allegato alle nostre mappe online, per caprici). Quei dati sono però disponibili in formato aperto nel report giornaliero della Protezione civile regionale, che riporta il totale dei contagiati per ciascun comune lombardo. Quei dati includono anche i positivi nelle Rsa e Rsd, a differenza dei dati Comune per Comune diffusi fino a sabato dalle Ats. Da qui le differenze anche significative. Ma trasparenza vuole che tutti i numeri vengano resi noti.

Ats Brescia ha poi deciso di continuare a diffondere i decessi di ciascun Comune. Non così la Valcamonica, che queste informazioni non le ha mai comunicate. Questa babele di numeri, lo ribadiamo, non aiuta a comprendere quel che sta accadendo. Sarebbe utile avere tabelle omogenee, quanto più dettagliate possibile. Il modello Corea, dove il coronavirus è stato limitato, si basa anche su una mappatura di dettaglio del contagio, quasi casa per casa, in modo da circoscriverne la diffusione.

 

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