Cooperative, Tedaldi: «Non sono i Comuni che pagano poco»

La presidente dell'Associazione Comuni Bresciani spiega che nei bandi gli enti locali sono tenuti a rispettare regole ferree
Cristina Tedaldi
Cristina Tedaldi
AA

La presidente dell’Associazione Comuni Bresciani (ACB) Cristina Tedaldi non nega le difficoltà dei lavoratori e delle lavoratrici delle cooperative sociali, ma contesta in modo deciso che possa esserci una responsabilità degli enti locali, le cui risorse finanziano tutti i servizi pubblici. «Quando i Comuni vanno a bando devono seguire regole molto precise e non vanno al massimo ribasso - afferma -. Tutti devono seguire il codice dei contratti pubblici, che ha normative ferree tra le quali l’esclusione di default dei prezzi troppo alti o troppo bassi. Ogni servizio viene pagato in base a quanto stabiliscono le direttive ministeriali per quel servizio. Poi quanto arriva ai dipendenti delle cooperative sociali non è di nostra competenza». 

Tedaldi fa un esempio concreto citando l’assistenza domiciliare e ad personam: «Ai Comuni il servizio costa 17-19 euro all’ora. All’operatore o all’operatrice arriva sicuramente molto meno, ma dipende dalle cooperative che con quei soldi comunque devono coprire i contributi, i costi dell’assicurazione, eccetera. Quindi non sono i Comuni che pagano poco, è quel che rimane ad alcuni dipendenti che è poco». 

Rispetto al sistema di appalti che esternalizza molti servizi, la presidente dell’Associazione Comuni Bresciani dice che «non si può fare diversamente», ma ricorda la clausola che obbliga la cooperativa subentrante a mantenere il personale della cooperativa precedente, un cambio frequente soprattutto per le pulizie e per i rifiuti. «Ciò detto, è chiaro che per i lavoratori cambiare in modo repentino responsabili e magari orari e mansioni non sia affatto facile, è una forma di precariato continuo e bisognerebbe risolverla. Noi Comuni però - conclude - agiamo nella massima trasparenza prevista».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia