Come si vince la Mille Miglia: non conta la velocità, ma la precisione

La gara, infatti, non è una sfida velocistica (come era stato per quella disputata fino al 1957), ma un confronto di regolarità
Un vecchio bolide anni Trenta munito di cronometri elettronici - © www.giornaledibrescia.it
Un vecchio bolide anni Trenta munito di cronometri elettronici - © www.giornaledibrescia.it
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Correre non serve. Per vincere la Mille Miglia rievocativa bisogna essere precisi, anzi precisissimi, puntuali alla frazione di secondo nel rispettare la tabella di marcia. La gara, infatti, non è una sfida velocistica (come era stato per quella disputata fino al 1957), ma un confronto di regolarità, deciso da punteggi che premiano chi rispetta con maggior precisione i tempi imposti. Una serie di appuntamenti con il cronometro dai quali poi scaturisce la classifica.

Con il passare del tempo la sfida si è fatta sempre più serrata e il livello di precisione dei concorrenti è andato via via crescendo. Vince, dunque, chi è più puntuale nel rispettare i tempi teorici di passaggio imposti dalla tabella di marcia di ogni equipaggio. Non solo.

Il punteggio così ottenuto viene poi moltiplicato per un coefficiente assegnato a ogni auto in considerazione dell’epoca e delle sue caratteristiche tecniche, storiche e sportive. Dal risultato di quest’ultima elaborazione, nasce la classifica finale.

È così possibile, come è accaduto negli ultimi anni, che la vittoria abbia premiato concorrenti alla guida di auto certamente meno potenti di altre. Ma, come abbiamo detto, per vincere non bisogna essere veloci, ma precisi. Ogni concorrente è poi responsabile del comportamento delle proprie vetture di assistenza e di quelle al proprio seguito. Le stesse durante la gara devono osservare rigorosamente le disposizioni degli Ufficiali di gara e seguire il percorso specificatamente per loro previsto in alcune parti del tracciato. La non osservanza di questa disposizione comporterà sanzioni nei confronti del concorrente di riferimento che potranno andare dalla penalizzazione (300 punti e 12mila punti) fino all’esclusione dalla gara a discrezione del Collegio dei commissari sportivi.

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