Collection day, i primi cimeli della Brescia del Dopoguerra

Tre motociclette esposte nella nostra sede hanno inaugurato la prima tappa del progetto «Brescia riparte. 1945-1963»
Le moto esposte per il Collection Day - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le moto esposte per il Collection Day - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Tre motociclette varcano la soglia del Giornale di Brescia hanno inaugurato il «Collection day» che si è tenuto oggi nella nostra sede e che è un assaggio di quanto andrà in mostra nell'autunno 2022 nell'ambito del progetto «Brescia riparte. 1945-1963» curato dal professor Roberto Chiarini e dalla professoressa Elena Pala del Centro Studi Rsi Salò.

Le moto esposte all'ingresso della nostra sede sono una Lambretta «M» del 1947, un Rumi Formichino bicilindrico e un miocromotore Bianchi Azalea a rullo. Si tratta di mezzi che appartengono alle collezioni di Gianfranco Zorzi e Isidoro Zanotti.

«Collection day», chi ha risposto all'appello

Intanto nella giornata del «Collection day» i primi a presentarsi all'appello sono stati tre amici detentori di un vero e proprio patrimonio fatto di oggetti che risalgono al Dopoguerra: Giovanni Archiati di Mairano, Pierluigi Ferrari del Villaggio Sereno e Guerino Toninelli della Badia.

Giovanni, una vita dedicata all'agricoltura, ha custodito tutto ciò che è legato a quella nobile tradizione professionale, ma anche oggetti di uso quotidiano dei decenni passati. Giovanni ha ricreato con una cura e una passione lodevoli proprio un vecchio carretto di San Martino.

In sala Libretti è arrivata anche la signora Mirella Spezi di Botticino. Ha portato vari oggetti, una borsetta, degli splendidi guanti in pizzo, ma i pezzi che ha mostrato con più orgoglio erano delle fotografie; in una (incorniciata) si vede il suocero Umberto Cattivelli al lavoro all'interno dell'Atb negli anni Cinquanta, un'immagine che racconta le durissime condizioni di lavoro di quei tempi. Nelle altre immagini si vede invece il suo amato marito Ferruccio impegnato nei primi anni Sessanta nella costruzione di una fornace in Sicilia. Uno spaccato storico che riporta al «come eravamo» non senza una certa dose di amarcord.

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