Castelletti mette il timbro sulla Giunta: il debutto sabato nel foyer del Grande
Ancora qualche mezzo giro di roulette per le deleghe: questione di ore, di sfumature da definire in una palette già variegata in partenza e che potrebbe mescolare tinte inedite, formandone così anche di nuove. Ma la squadra è fatta: i volti ci sono e le intese che parevano impigliate in uno stile più barocco sono andate in porto, evitando così che nel Pd potenziali casi politici scivolassero rovinosamente in potenziali casi psico-politici.
La dose di continuità è in equilibrio con l’impronta innovativa non tanto (o, se si preferisce, non solo) del primo sindaco donna, ma soprattutto dell’identità del neoeletto sindaco, perché nessuno ha cambiato la storia prendendo il numero alle Poste: alla base c’è un’idea, ci sono i gesti, la pazienza, l’ostinazione, il coraggio e infine le scelte.
L’identikit
Quello su cui Laura Castelletti si appresta in queste ore ad apporre il timbro è l’identikit di una Giunta che porta con sé il 40 per cento di volti nuovi rispetto alla precedente squadra di governo e che, al tempo stesso, archivia in via definitiva l’idea di una classe dirigente Gattopardo. Gli under 45 occupano spazi importanti: rappresentano, complessivamente, il 60% della Giunta, guidano cioè sei assessorati su dieci (e no, non era affatto un epilogo scontato).
Due gli outsider rimasti «sottotraccia» fino all’ultimo. Il primo è Andrea Poli, alla regia della lista civica Laura Castelletti sindaco e legato alla prima cittadina da anni. In pochi ne sono a conoscenza, ma è sua la «firma» del nome del progetto che diede il La alla seconda vita politica di Castelletti: «Brescia per passione». Giovane sì, ma inesperto no: laureato in Scienze linguistiche per la comunicazione e l’impresa, alle spalle - tra le altre - ha l’esperienza al parlamento europeo e quella accanto all’ex presidente della Sicilia Rosario Crocetta. Proprio Poli potrebbe «inaugurare» e interpretare, per la sua formazione, una delega basata sull’Innovazione.
La seconda nomina esterna riguarda invece Azione. Il partito di Calenda ha infatti indicato Marco Garza: avvocato, vicesegretario provinciale, dal 2019 è vicesindaco a Cologne.
Casa dem
Si diceva che, tirata la riga, si arriva al 60% di continuità. L’ultimo 10% sta nel nome di Michela Tiboni: l’assessore uscente rappresenta la stretta di mano con il Pd, il compromesso dell’intesa proposto dalla stessa Castelletti. I segretari cittadino e provinciale Tommaso Gaglia e Michele Zanardi escono quindi dalla trattativa con schiena dritta e testa alta: hanno vinto, forti non solo di avere incassato quelle cinque caselle giudicate dal gruppo «imprescindibili», ma anche di essere riusciti a non scombinare gli equilibri interni. Il campo neutro fa rimanere in parità le rappresentanze delle correnti, scongiurando così che le scaramucce vestite di strategia, e legate al congresso d’autunno, entrino prepotentemente in Loggia. Oggi gli eletti di casa dem si riuniranno, ma lo snodo vero (quello della presidenza del Consiglio, «che spetta a noi» precisano i segretari, e del capogruppo) sarà tema di una seduta ad hoc.
La prima uscita pubblica di Castelletti e dei suoi assessori sarà alle 11 di sabato, quando, nel foyer del Teatro Grande, il sipario manderà ufficialmente in scena la squadra di governo dei prossimi cinque anni.
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