Caro-mensa, a Rezzato famiglie sul piede di guerra

Mobilitazione dei genitori della scuola Tito Speri: «Si spende di più e la qualità è scaduta»
La protesta dei genitori davanti alla scuola «Tito Speri» di Rezzato - Foto © www.giornaledibrescia.it
La protesta dei genitori davanti alla scuola «Tito Speri» di Rezzato - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Cara mensa, il Comune ci ripensa?». Ancora: «La pandemia se ne va ma l’aumento resta», «Tante domande zero risposte». Sono solo alcuni degli slogan sui cartelli della protesta pacifica inscenata ieri mattina davanti alla scuola Tito Speri e poi davanti al municipio di Rezzato, da una folta rappresentanza di genitori dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia e primarie del paese, per contestare il rincaro delle rette della mensa scolastica decise nel gennaio del 2021 dall’amministrazione comunale.

La protesta

Ricordiamo che le rette erano state rimodulate, sempre in base all’Isee ma «a consumo», vale a dire: paghi se mangi, oltre ad una tantum annuale dai 70 ai 90 euro. «Il risultato è stato un aumento di circa 300 euro a figlio che ha colpito in particolare le primarie - sottolineano i genitori - e le fasce di reddito dai 15mila euro». Se il prezzo è aumentato, lamentano i genitori, «la qualità del cibo è peggiorata, con piatti bilanciati ma non graditi ai bambini, che non li mangiano, una scarsa quantità in molti casi insufficiente a saziarli, e poco adeguata al costo giornaliero che arriva fino a 7,10 euro. Oltre  al fatto che ora entro le 8,30 i genitori devono comunicare direttamente al Comune la presenza dei figli».

Le richieste

I genitori sin dall’inizio avevano lamentato l’assenza di informazione sugli aumenti, e la mancanza di ascolto da parte dell’amministrazione alla richiesta di rivedere le rette. Ieri però hanno voluto metterci la faccia e spiegare il motivo della protesta. «Nel gennaio 2021 nel pieno dell’emergenza sanitaria e di difficoltà economica per tante famiglie, il comune ha deliberato il rincaro. In tutti questi mesi abbiamo cercato un confronto ufficiale con l’amministrazione comunale, che malgrado telefonate, pec, e mail da parte dei nostri rappresentati o da singoli genitori, e una raccolta firme, non è mai arrivato. Il considerevole rincaro sarebbe stato più digeribile se la qualità del servizio fosse migliorata, cosa che non è accaduta. A questo si aggiunge la scelta di ridurre notevolmente i trasferimenti comunali per il diritto allo studio, quando scuola e  famiglie dovrebbero essere la priorità di tutti i governanti».

Dal sindaco Giovanni Ventura nessuna risposta alla nostra richiesta di una dichiarazione.

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