Calano le donazioni di sangue: all’appello mancano 8mila sacche

Il presidente provinciale dell’Avis Gabriele Pagliarini: «Fondamentale informare i ragazzi nelle scuole»
Donazione di plasma - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Donazione di plasma - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
AA

L’obiettivo delle 70mila sacche di sangue raccolte in un anno (necessarie a coprire il fabbisogno di tutta la provincia) è purtroppo ancora molto lontano, all’appello ne mancano quasi 8mila, a fronte di donazioni che sono peraltro in calo nel confronto tra il 2022 e l’anno precedente. Ma il presidente provinciale dell’Avis, Gabriele Pagliarini, non è persona che si scoraggia, anzi: «Noi continuiamo con le campagne di sensibilizzazione, confido che quest’anno i dati possano finalmente migliorare».

I numeri

Lo scorso anno si è chiuso con un totale di 62.224 sacche raccolte in tutta la provincia, in diminuzione di 1.618 rispetto al dato del 2021; un calo del 2,5%, non una cifra particolarmente alta, ma che denota comunque un tendenza non certo positiva. In diminuzione anche i nuovi donatori e i donatori che sono tornati attivi dopo due anni di interruzione: nel 2021 erano stati 6.683, lo scorso anno 6.011, con un calo quindi di circa il 10%. E dire che il 2021 aveva fatto ben sperare con segnali di controtendenza: 63.542 sacche raccolte, 35.033 donatori attivi e 3.294 nuovi donatori. Tornando al 2022, se invece andiamo ad analizzare l’andamento nelle varie sezioni bresciane, la miglior performance arriva dagli avisini di Castrezzato: le donazioni sono cresciute del 16%; a seguire Offlaga con più 15%; gradino più basso del podio per Marone con una crescita delle donazioni del 14%. Sul fronte invece delle sezioni che hanno registrato dei cali più significativi, a Sabbio Chiese la diminuzione è stata del 19% (le donazioni sono passate da 247 a 199), Paderno Franciacorta ha registrato un calo del 17% (da 156 a 130), quindi Vobarno con un meno 16% (le donazioni sono scese da 319 a 268).

Ovviamente sono moltissimi i motivi che portano a una riduzione delle donazioni, e sicuramente lo scorso anno ha influito ancora la pandemia. Attualmente la famiglia bresciana dei donatori di sangue conta circa 36mila soci. I vari gruppi possono contare su 13 punti prelievo situati a Brescia, Adro, Bagolino, Barghe, Calvisano, Gardone Valtrompia, Montichiari, Nave, Palazzolo, Quinzano, Rodengo, Travagliato e Urago d’Oglio.

Futuro

Gli avisini affermano di «non far nulla di speciale», ma tutti sappiamo che per ogni donazione tre persone trovano una cura. La lavorazione di ogni sacca di sangue porta alla produzione di 3 emocomponenti: emazie, plasma e piastrine. Per rendere concreta questa solidarietà diffusa nel mondo avisino il centro di raccolta di Brescia ha messo in campo un’organizzazione flessibile, arrivando ad accogliere giornalmente un maggior numero di donatori, che abitualmente prenotano la donazione dal lunedì al venerdì, evitando gli affollamenti nel weekend.

Tra gli obiettivi di questo 2023 (che Pagliarini ha ribattezzato l’anno della Cultura del dono) quello di registrare incremento infrasettimanale di almeno il 10%, pari a 25 sacche. «Può sembrare banale dirlo - sottolinea il presidente -, ma la nostra speranza è nei giovani. Voglio sottolineare che quando si fa formazione nel percorso scolastico, come noi facciamo in varie scuole, poi i risultati si vedono. I ragazzi sono molto sensibili e attenti al bisogno, indubbiamente però serve impegno, questo non ci spaventa certo».

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia