Bancarotta call center Qe, condannato a Catania l'imprenditore: confisca di una villa nel Bresciano

Il 28enne è stato condannato per bancarotta fraudolenta e preferenziale. Sequestrati beni per 700mila euro
Una operatrice di call center (immagine generica)
Una operatrice di call center (immagine generica)
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Beni per circa 700mila euro, compresa una villa nel Bresciano, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza all'imprenditore Patrizio Argenterio, 28 anni, condannato per bancarotta fraudolenta e preferenziale, false comunicazioni sociali e omesso versamento dell'Iva a nell'ambito di un procedimento avviato dalla Procura di Catania. 

Il provvedimento è stato eseguito dai finanziari di Catania e di Brescia. Al centro delle indagini c'è il fallimento nel 2017 della società Qe S.r.l., operante nel settore dei servizi di call e contact center. Secondo l'accusa Argenterio, «in qualità amministratore della società, avrebbe aggravato il dissesto della società per effetto di operazioni dolose e pagamenti preferenziali, omettendo il versamento dei tributi per oltre 1,1 milioni di euro nonché distraendo liquidità e asset aziendali a favore di altre persone giuridiche, anche correlate a suoi familiari, per circa 400 mila euro». 

Secondo la Procura, inoltre, l'imprenditore prima del fallimento «avrebbe fatto ricorso a diversi artifizi contabili in bilancio allo scopo di occultare il reale stato di salute dell'impresa, esponendo poste attive in realtà inesistenti e omettendo di indicare i debiti Iva, il tutto per importi rilevanti nell'ordine di diversi milioni di euro». 

Il Tribunale di Catania ha condannato Argenterio a tre anni e sei mesi di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici, disponendo la confisca di una villa e la relativa dependance in provincia di Brescia, opere d'arte e denaro contante per un valore complessivo di circa 700 mila euro.

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