Autostrada A4, il territorio chiede garanzie sulla viabilità interna
Un disegno «in evoluzione» (anche) sulla scia delle istanze raccolte dal e sul territorio. Il progetto per ampliare e innovare l’autostrada A4 Brescia-Padova «incamera» la voce e le esigenze della nostra provincia sulla scia di quel «patto per le infrastrutture» diventato tavolo operativo. L’obiettivo è cogliere l’occasione degli investimenti in campo per realizzare la quarta corsia (al momento si parla di almeno 4 miliardi di euro) per implementare il progetto e traghettare risorse sul nostro territorio, dando così risposta - a cascata - alle esigenze infrastrutturali non solo del capoluogo, ma anche dei Comuni su cui «viaggia» la tratta autostradale. È esattamente questo ciò che, ieri pomeriggio durante il confronto a porte chiuse in Broletto, gli stakeholder locali hanno ribadito ai vertici della società, che si sono detti disponibili a investire su Brescia.
I punti fermi
Quale il punto di partenza? La realizzazione della quarta corsia sui 146 km della Brescia-Padova, una delle autostrade che non solo oggi è tra le più congestionate del Paese con il 30% di mezzi pesanti, ma che in prospettiva è destinata a vedere crescere il flusso del traffico del 6,5%, superando quota 95mila veicoli al giorno. Per questo l’A4 Holding (Gruppo Abertis) conta di presentare il progetto di fattibilità (istanze territoriali incluse) al Mit (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), dove il dialogo è avviato, entro l’estate del 2024, così da arrivare ad avere il progetto esecutivo entro il 2026.
Ma quale sarebbe l’opportunità da cogliere per Brescia? La cosiddetta «evoluzione sostenibile» dell’autostrada A4 prevede la realizzazione della quarta corsia nel tratto compreso fra il casello di Brescia Est e il Passante di Mestre. Sono due i punti fermi, entrambi invocati dal territorio e che hanno visto anche gli interventi favorevoli dei rappresentanti dei Comuni di Castenedolo, Rezzato, Travagliato, Roccafranca, Desenzano, Trenzano, Calcinato e Borgosatollo. Il primo è la certezza dell’intervento sul casello di Brescia Est, il secondo è il raccordo con la Corda Molle. Un passaggio, quest’ultimo, che secondo gli studi sui flussi del traffico effettuati dal team di ingegneri della A4 non renderebbe necessario un ulteriore intervento sull’area urbana.«Questo approccio - commenta l’assessore alla Mobilità in Loggia, Federico Manzoni, ieri presente insieme alla collega con delega all’Ambiente, Camilla Bianchi - ci trova pienamente concordi, perché consente di raggiungere il medesimo risultato risparmiando 80mila metri quadrati di suolo. Si tratta quindi di una visione coerente con il nostro piano urbanistico, che prevede peraltro su quel tratto una fascia boschiva».
Confronto aperto
Quali invece i fronti rimasti sul tavolo? L’ampliamento degli interventi che riguardano la viabilità extra autostradale, un tema sul quale pressoché tutti gli amministratori presenti hanno insistito. La preoccupazione guarda al fatto che potenziando la capacità autostradale senza intervenire sulla viabilità «di raccordo» rischi di creare poi nuovi coni di bottiglia. La sollecitazione è stata accolta dalla società, che pare intenzionata non solo a investire in questo senso, ma anche a farlo preliminarmente. La tratta bresciana - nel cronoprogramma - sarebbe del resto proprio quella da cui partire con i cantieri. Lavori che guarderebbero prima a sistemare i raccordi interni, così da bypassare l’effetto imbuto una volta potenziata l’autostrada.
Il punto più sfocato resta invece il nodo Bre.Be.Mi. Secondo il team della A4, l’intervento sulla Corda Molle avrebbe già ricadute dirette importanti e non sarebbero necessari altri interventi. «Sarebbe auspicabile il collegamento con la Bre.Be.Mi. e con Brescia Centro - è invece stata la riflessione del consigliere provinciale con delega alla Viabilità Paolo Fontana, presente insieme al collega Filippo Ferrari -. Attraverso questo progetto, Brescia non deve accontentarsi e puntare solamente alla quarta corsia, ma rilegare tutti gli svincoli decisivi: quello verso il Garda, quello verso la Corda Molle ma anche verso l’aeroporto di Montichiari e il tratto tra Sarezzo e Ospitaletto».
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