Agli ospedali bresciani 11 milioni per ridurre le liste d’attesa

Cento milioni di euro per provare ad andare oltre. Per recuperare gli interventi chirurgici e le visite specialistiche che la pandemia ha lasciato in sospeso, nel dolore dell’attesa. Cento milioni che verranno stanziati lunedì dalla Giunta regionale e che saranno distribuiti alla rete ospedaliera lombarda. Metà a quella pubblica, metà a quella privata accreditata. Per la provincia di Brescia la cifra dovrebbe aggirarsi intorno agli 11-12 milioni di euro.
«Puntiamo alla ripresa delle prestazioni sanitarie, calate del 9,1% a causa del Covid. Anche in questo caso, come certificato da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, abbiamo registrato una miglior performance nel periodo peggiore rispetto ad altre regioni che hanno registrato un calo fino al 20% - ha detto Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, nell’illustrare ieri in conferenza stampa le misure per ridurre le liste d’attesa. Ricordando che questo, ora, è possibile alla luce «dei minori ricoveri sia in area media sia in terapia intensiva di pazienti con Covid».
Dunque, lunedì in Giunta la vicepresidente presenterà un piano dettagliato per la riduzione delle liste d’attesa e per la ripresa di tutte le attività nel secondo semestre del 2021. «Nel pubblico vogliamo garantire, a parità di risorse, il 100% delle prestazioni effettuate nel secondo semestre 2019 con interventi chirurgici e visite specialistiche in più. Il tutto - ha spiegato Moratti - con il rispetto dei tempi di attesa superiore al 90% entro il 2022 per l’oncologia ed entro il 2023 per tutte le altre specialità. Gli obiettivi per le strutture private, alle quali andranno 50 milioni di euro, sono in fase di definizione».Per il recupero delle prestazioni nel pubblico sono stati dunque fissati i seguenti obiettivi: oltre il 100% degli interventi chirurgici programmati (quelli urgenti non si sono mai fermati nemmeno in fase d’emergenza) rispetto al secondo semestre 2019, con particolare attenzione all’area oncologica e cardiovascolare. Per la specialistica ambulatoriale l’obiettivo da raggiungere è di un numero di visite pari almeno a quelle che sono state effettuate nel secondo semestre 2019 con 90mila visite specialistiche in più, 100mila esami radiologici in più e 10mila esami di endoscopia del tratto digerente in più.
«Una grande attenzione verrà posta nel monitoraggio e nella riduzione dei tempi di attesa - ha spiegato Moratti -. Per questo, verrà realizzata una mappatura di tutte le strutture pubbliche e private e dei tempi di attesa per singola patologia affinché sia possibile un’attenta opera di monitoraggio. Il Welfare produrrà, con cadenza mensile, un’elaborazione dei dati, individuando le eventuali criticità e la consistenza degli eventuali ritardi. L’attività riguarderà con gli stessi criteri di fondo il monitoraggio della prestazione dei ricoveri ospedalieri, della specialistica ambulatoriale e del settore del’emergenza ed urgenza, di pronto soccorso e del 118».
Il piano per la riduzione dei tempi di attesa si ispira ad un analogo provvedimento del 2018, con un percorso sperimentale iniziato a Milano e a Brescia. Obiettivo era ridurre le attese per quelle prestazioni che superavano del 10% i tempi previsti dalle indicazioni regionali valutati in base all’urgenza della visita o della terapia chirurgica. Moratti: «Sperimentazione che aveva portato alla riduzione dei tempi del 18% e che poi si era interrotta a causa della pandemia».
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