Come cambierà la sanità lombarda grazie al Recovery fund

La vicepresidente Moratti ha presentato le linee di sviluppo della legge di riforma regionale
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SANITA', ITER IN COMMISSIONE
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Letizia Moratti ha respinto con forza le accuse di privilegiare la sanità privata, tanto da dedicarle le prime diapositive delle linee di sviluppo della legge di riforma della sanità lombarda presentate ieri ai consiglieri della Terza Commissione regionale. Sottolineando che «la sanità è un bene pubblico, prezioso ed importante, e non di parte». Per questo, «mi riservo di tener conto di tutte le osservazioni e di cogliere tutte le proposte frutto del percorso della commissione».

Un chiaro invito a superare le divisioni. Non facile da accogliere, almeno per le opposizioni in Consiglio regionale che, ieri, hanno sollevato «molte perplessità e tantissimi punti di domanda». Un documento sul quale «avevamo posto delle aspettative, che sono state frustrate con diapositive banali che non danno risposte sul numero di Aziende sociosanitarie territoriali, su quello delle Agenzie di tutela della Salute o sul ritorno delle Aziende ospedaliere». Per l’opposizione nel testo «non si vede un vero cambiamento rispetto alla legge in vigore. Si percepisce solo una grande confusione, sulla quale è netta la libertà che viene data al mercato della salute».

Rilievi circostanziati su un testo ritenuto «all’acqua di rose» che la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti respinge ai mittenti ricordando che proprio l’Ufficio di presidenza della Commissione Sanità aveva invitato «a proporre delle linee-guida proprio come strumento di lavoro per valorizzare maggiormente il ruolo e il contributo dei consiglieri». Aggiungendo che, proprio per questo, «il testo non è blindato, ma aperto ai contributi di tutti, soprattutto dopo aver ascoltato le proposte dei vari portatori di interesse».

Moratti ha risposto anche alla domanda specifica del consigliere bresciano Gian Antonio Girelli del Pd, che - dopo aver sottolineato che «la riforma è dettata da una richiesta esplicita del Ministero sull’onda del Covid» - le ha chiesto: «Per lei, qual è il vero cambiamento nel testo che oggi ci sta illustrando?». La risposta: «Vedo un cambiamento sicuramente nel rafforzamento della sanità territoriale in modo molto concreto. Non riesco a capire come in un documento di indirizzo questo non si recepisca».

Nel concreto, secondo i tempi che sono stati dati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, entro il prossimo settembre ci sarà una ricognizione dei siti dove verranno realizzate (adattate o ex novo) le 216 Case della Comunità previste per la Regione (una ogni 50mila abitanti, significa che a Brescia ce ne saranno 24) e le 101 Centrali operative territoriali (punti di accesso fisici e territoriali coincidenti numericamente con i distretti, dunque nella nostra provincia dovrebbero essere dodici, ma anche di più se - come è stato detto da Moratti - la popolazione di riferimento dei distretti sarà legata alla geografia, dunque anche meno di centomila persone ogni distretto). Entro settembre dovrà essere fatta una ricognizione idonea anche per gli Ospedali di Comunità, 64 in tutta la regione, comunque, uno ogni Asst (azienda sociosanitaria territoriale). Entro dicembre 2021 dovranno essere individuati i siti su cui realizzare queste strutture territoriali ed entro marzo 2022 dovrà essere sottoscritto il contratto istituzionale di sviluppo per la loro realizzazione. La legge, invece, dovrà entrare in vigore il prossimo gennaio.

Siamo solo all’inizio. Di certo, nella riforma sono inclusi «solo i miglioramenti alla legge in vigore» ha aggiunto l’assessore. «Quindi - ha sottolineato - quello che non c’è, significa che è già presente nella legge 23 del 2015 e rimane e non riteniamo sia oggetto di criticità. Cito l’Agenzia di controllo, il ruolo delle farmacie, la situazione particolare dei territori, in particolare quelli di montagna. Sulle funzioni di ospedale e territorio, indichiamo una strada di raccordo e mi auguro che venga accolto l’equilibrio tra i due poli, che è equilibrio di budget e di personale».

Un percorso, fin qui e in futuro, che i consiglieri della Lega in Commissione Sanità condividono «in toto». «Le linee di sviluppo presentate dalla vicepresidente Moratti sono la sintesi di un percorso condiviso da tutta la maggioranza di governo di Regione Lombardia. Elementi di indirizzo questi che faranno da sfondo alle audizioni degli stakeholder che prenderanno il via nei prossimi giorni e che permetteranno di progettare la sanità lombarda del futuro con approccio one health dove salute, tutela animale e dell’ambiente viaggiano di pari passo. A chi ci accusa di ritardo e di procedere in ordine sparso - continuano -, rispondiamo con i fatti: siamo la prima Regione d’Italia a programmare l’attuazione della missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza e ad integrarla con fondi propri, con una visione che permetterà di coronare gli obiettivi ambiziosi che già la legge 23 del 2015 aveva avviato». Concludono: «La revisione consentirà di avvicinare ancora di più la nostra sanità ai cittadini con taglio delle liste d’attesa, valorizzazione della medicina territoriale, prevenzione e miglioramento delle condizioni sul lavoro».

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