Addio smart working, ritorno in presenza per 46mila lavoratori

Dal 15 ottobre stop al lavoro agile negli uffici pubblici. Per il Comune di Brescia in 1.600 tornano in ufficio. L'incognita del Green pass
Smart working - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ancora poche ore e gli uffici pubblici torneranno a riempirsi. Quasi come prima della pandemia. «Dal 15 ottobre, grazie alle vaccinazioni e al green pass, tutti i dipendenti pubblici rientreranno a lavorare in presenza, in attesa dei rinnovi contrattuali e dell’adozione dei Piani integrati di attività e organizzazione con i quali le amministrazioni potranno garantire uno smart working strutturato» ha annunciato nelle scorse ore il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta.

Nel Bresciano sono circa 46mila i lavoratori pubblici. Molti, va detto, non hanno di fatto mai conosciuto il lavoro agile, basti pensare agli operatori della sanità o alle forze dell’ordine. Rispetto al primo lockdown, nel marzo 2020, quando d’improvviso gli uffici si sono svuotati, oggi la situazione è più frastagliata. Si calcola comunque che da venerdì a fine mese saranno quasi 10mila i lavoratori pubblici bresciani che diranno addio (o arrivederci) al lavoro da casa. Un’esperienza che - per quanto forzata - è stata per lo più giudicata positiva (così il 78% dei dipendenti della Provincia). Ora però si apre un altro dossier, quello dei Green pass e dei controlli: chi si presenterà al lavoro senza passaporto verde o con certificato scaduto, sarà «assente ingiustificato».

Le regole

Con il decreto del 23 settembre scorso il lavoro agile ha cessato di essere una «modalità ordinaria» di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Il rientro in presenza scatterà da venerdì: ogni Amministrazione si organizzerà per attuare il rientro nell’arco di 15 giorni, partendo dal personale di front office. Andranno garantite «massima flessibilità» negli orari, così da evitare di concentrare troppo le presenze. Poi, ciascun ente, dovrà adottare un Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) per il lavoro agile, consentendo comunque lo smart working in alcuni casi specifici.

Broletto

La Provincia di Brescia, ad esempio, resterà con il 20% di dipendenti al lavoro da casa. «Stiamo facendo una ricognizione dei lavoratori che potrebbero ancora restare in smart working senza alcun impatto negativo sull’assetto organizzativo e sui servizi - spiega il segretario generale Maria Concetta Giardina -. Saranno una percentuale media del 20%. Teniamo conto che il nostro ente aveva già attivato il telelavoro prima dell’emergenza Covid e questo aveva interessato un 10% del personale». I dipendenti del Broletto, dopo la riforma Delrio, sono ridotti a circa 500. Lo scorso anno si sono toccate punte dell’80% di dipendenti al lavoro da casa, con in presenza solo la Polizia Provinciale, gli addetti ai cantieri più alcuni «presidi» negli uffici. Attualmente il lavoro agile è svolto dal 35% del personale, un dipendente su tre. Ma, da venerdì al 31 ottobre, quella quota scenderà al 20%.

Loggia

Il Comune di Brescia ha iniziato a sperimentare lo smart working nel 2016, aderendo al progetto «Lavoro agile per il futuro della PA» insieme ad altri 63 enti. La sperimentazione è partita nel 2019, coinvolgendo 16 dipendenti (15 donne e un uomo). La seconda fase doveva scattare nel marzo 2020, salendo a 44 dipendenti. «Ma è scoppiata la pandemia - ricorda l’assessore al bilancio e al personale Fabio Capra -. Dal 9 marzo 2020 siamo passati, in pochi giorni, da 16 lavoratori agili a 818». In pratica un dipendente comunale su due. L’attivazione così massiccia in tempi brevi è stata sorretta con la messa a disposizione di pc, smartphone, sistemi di videoconferenza ai lavoratori agili. Sono stati organizzati webinar formativi che hanno coinvolto 496 dipendenti.

Il lavoro da casa è stato a fisarmonica: 618 dipendenti nell’estate 2020, 750 nel secondo lockdown. Presenza e lavoro da casa si sono alternati «a rotazione»: meno di due giorni a settimana nei momenti di minore allerta, più di tre nei periodi di «zona rossa». Oggi sono 654 i dipendenti di palazzo Loggia in smart working su un totale di 1.600, ma da venerdì torneranno tutti in presenza (nell’arco di un paio di settimane). «Il giudizio di quest’esperienza - spiega Capra - è in media positivo. Non sono mancate difficoltà, legate alla dotazione informatica e all’attacco hacker, ma siamo sempre riusciti a garantire i servizi ai cittadini e mantenere una situazione di sicurezza per i dipendenti. Nel prossimo bilancio metteremo un po’ di risorse per favorire questa modalità lavorativa». Che ha generato anche benefici ambientali: un giorno di lavoro agile dei 600-700 dipendenti comunali ha evitato l’emissione in atmosfera di 1.570 chilogrammi di Co2.

Il Green pass

Ora però ci sarà da gestire la questione Green pass. Per accedere al posto di lavoro da venerdì tutti i dipendenti (anche quelli privati) dovranno mostrare il certificato verde. In Loggia, saranno gli addetti alla portineria (dove presente) a effettuare i controlli con l’apposita App «verifica 19»; nelle altre sedi ci penseranno i dipendenti individuati dai dirigenti. In caso di esito negativo (niente Green pass o certificato non valido) il dipendente sarà «assente ingiustificato» fino alla presentazione del certificato (niente stipendio per tali giorni). A chi si recherà in ufficio con esito negativo del controllo, multa da 600 a 1.500 euro.Il decretoLe novità per la Pubblica Amministrazione

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