Accoglienza profughi ucraini: servono hotel e strutture ricettive

Il bando della prefettura scade il 17 marzo. La disponibilità dei Cfp di Botticino e Ponte di Legno: ospiteranno 190 persone
Una famiglia ucraina in salvo in Italia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Una famiglia ucraina in salvo in Italia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Cercansi alberghi e strutture ricettive per ospitare i profughi ucraini. La prefettura di Brescia ha aperto martedì il bando per individuare centri di accoglienza straordinari (Cas) temporanei. Strutture con una capacità massima di 50 posti. La diaria è di 24,57 euro (per centri costituiti da unità singole) e di 29,30 (centri collettivi). Le manifestazioni di interesse devono essere presentate entro mezzogiorno di giovedì 17 marzo. È una delle iniziative messe in campo per affrontare l’emergenza profughi nel Bresciano. Il prefetto Maria Rosaria Laganà ha scritto ieri ai sindaci, chiedendo la loro collaborazione nel censire i cittadini provenienti dall’Ucraina e gli alloggi disponibili.

«Sulla base dei dati che emergeranno - si legge in un comunicato - la prefettura, con la collaborazione della cabina di regia, procederà alla sistemazione dei cittadini ucraini privi di alloggio, utilizzando i posti che si renderanno liberi nei Cas» oppure «ricorrendo alle altre forme di ospitalità che si renderanno disponibili senza utilizzo di risorse pubbliche». Vale a dire le case offerte in modo spontaneo e gratuito dai bresciani.

Dopo l'incontro

Anche ieri il prefetto e il Coordinamento provinciale dei progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) si sono incontrati per fare il punto della situazione. L’emergenza sarà affrontata su un doppio binario, quello istituzionale (sostenuto dai fondi statali) e quello solidale. Il primo poggia sui Cas e sulla rete Sai (vi aderiscono 31 Comuni su 205; rispetto ai Cas, temporanei, l’ospitalità ha una durata maggiore e persegue l’inserimento delle persone nelle comunità). Il secondo valorizza la generosità dei cittadini. «La ricognizione tanto delle presenze quanto delle disponibilità di alloggi per approntare risposte tempestive ed efficaci - considera la prefettura - non può prescindere dalla collaborazione dei Comuni».

Il ruolo dei sindaci

Ai sindaci, dunque, viene chiesto di «segnalare la disponibilità di strutture e soluzioni abitative idonee». Inoltre, di «comunicare alla questura i nominativi dei cittadini ucraini per i quali è pervenuta agli uffici comunali la comunicazione di ospitalità». La presenza di un profugo va segnalata in municipio o all’autorità di Pubblica sicurezza entro 48 ore. Sempre il prefetto, ricorda ai sindaci bresciani la possibilità di sottoscrivere direttamente con la prefettura - senza la procedura del bando - una convenzione per l’apertura e la gestione dei Cas (sempre con gli oneri a carico del Ministero dell’Interno). Una soluzione che viene raccomandata perché «potrebbe più facilmente consentire una ottimale distribuzione dei profughi su tutto il territorio provinciale». Una strada che però i Comuni preferiscono non percorrere per le difficoltà gestionali.

Intanto, posti arrivano dal mondo della scuola. Ieri l’assessore regionale alla Formazione, Melania Rizzoli, ha fatto sapere che alcuni Cfp lombardi hanno dato la disponibilità ad accogliere i rifugiati (190 per ora). Fra questi il Cfp di Ponte di Legno e la Scuola di restauro di Botticino. Si sta anche lavorando per realizzare un sito in cui pubblicare tutte le novità e le informazioni sull’emergenza profughi.

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