A2A studia il reimpiego dei reflui in agricoltura: il test sul depuratore di Verziano

La società è al lavoro su un progetto pilota con un sistema innovativo di irrigazione. Sarà sottoscritto con l'Anbi
Il progetto pilota di A2A sarà testato sul depuratore di Verziano - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il progetto pilota di A2A sarà testato sul depuratore di Verziano - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Un progetto pilota per il reimpiego dei reflui depurati direttamente in agricoltura, con un sistema innovativo di irrigazione. È quello a cui sta lavorando A2A Ciclo Idrico in vista di un accordo che sarà sottoscritto con l’Anbi, l’Associazione nazionale bonifiche irrigazioni.

Entro giugno del prossimo anno i Paesi europei dovranno dare applicazione al regolamento Ue 2020/741 che ha tracciato il quadro normativo per l’utilizzo delle acque depurate in agricoltura. «Già oggi - spiega l’Ad di A2A Ciclo Idrico Tullio Romagnoli - i reflui depurati vengono scaricati in fiumi, canali e rogge. Quindi, indirettamente, finiscono nei campi agricoli». Ora però lo faranno direttamente, senza «derivazioni».

«Stiamo predisponendo uno studio - continua Romagnoli -. L’obiettivo è individuare un comparto agricolo che riutilizzi i reflui depurati, con un controllo spinto sulla qualità, evitando sprechi». Questo garantirà risorse irrigue preziose per l’agricoltura, puntando sull’innovazione, evitando lo scarico nel reticolo idrico.

Il progetto pilota sarà testato sul depuratore di Verziano che già oggi è una sorta di laboratorio tecnologico. L’impianto ha una capacità di trattamento di 296mila abitanti equivalenti e opera su tre linee di trattamento biologico. Oltre alla città, confluiscono a Verziano i reflui di Gussago, Cellatica, Collebeato, San Zeno e Bovezzo. Il depuratore è costantemente controllato con un sistema di gestione centralizzato e si basa sul processo «a fanghi attivi», ovvero sull’attività di batteri tenuti in sospensione nell’acqua (all’apparenza simili al fango), che trasformano le sostanze inquinanti biodegradabili in sostanze non inquinanti (sali minerali, anidride carbonica, acqua). Questa fase rappresenta il cuore di tutto il trattamento e costituisce la cosiddetta «linea acque».

L’elemento innovativo del depuratore di Verziano è un sistema di ultrafiltrazione, chiamato MBR (Membrane BioReactor), che è stato applicato a Brescia per la prima volta in tutto il mondo, su larga scala per reflui civili. Questo sistema permette di rendere l’acqua in uscita dall’impianto utilizzabile in agricoltura. I fanghi residui vengono poi trattati in un’apposita linea: vengono disidratati e avviati a digestori anaerobici per la produzione di biogas che viene utilizzato per la produzione di energia elettrica.

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