A Brescia cuoricini e lacrime per la regina Elisabetta

All’età di cinque anni ha sfilato in abiti tradizionali sul carro con la Union Jack che ha attraversato la città di Ferndown, nella contea di Dorset. Una foto, spuntata ieri, lo dimostra. «Era il Giubileo d’argento della regina e io, seppur a distanza, c’ero, così come ci sono stata nel 2002, nel 2012 e quest’anno, a giugno, in occasione del Giubileo di platino: qui, alla Little England di Brescia, abbiamo organizzato un pranzo all’aperto per gli studenti e la comunità britannica locale: Elisabetta II è la nostra regina, la mia regina».
Niki Jane Scavolo, tra i fondatori della scuola bilingue di viale Caduti del lavoro a Brescia che conta 260 alunni dai 9 mesi ai 10 anni, è legatissima a sua maestà e ha sempre vissuto intensamente ogni ricorrenza della corona. Originaria dell’Inghilterra del Sud e di casa in Italia da trent’anni, definisce Elisabetta II «il meglio di ciò che vuol dire essere britannico: è stata una persona cordiale, inclusiva, corretta, qualità che purtroppo in Inghilterra stanno diventando sempre più rare».
Le lettere
La sua morte l’ha rattristata tantissimo: «Alla Little England questa mattina (ieri per chi legge, ndr) i bambini hanno scritto dei messaggi, creato dei fiori di carta e realizzato dei disegni che poi abbiamo appeso vicino alla sagoma in cartone della regina che loro, tra l’altro, conoscono bene. Più volte dalla scuola le abbiamo spedito delle lettere e lei ci ha sempre risposto. L’abbiamo fatto anche quando è morto suo marito».
I messaggi hanno la forma di tanti cuoricini. Su uno c’è scritto: «È stato terribilmente triste - questa la traduzione dall’inglese - apprendere della morte della regina. Sarà ricordata per essere stata meravigliosa, per la sua felicità, per la gentilezza che ha sempre dimostrato e per l’aiuto che ha sempre dato». «Con il suo decesso - aggiunge Niki Jane Scavolo - finisce un’epoca».
Nei confronti di Carlo la professoressa (diventata un punto di riferimento per la comunità britannica di Brescia) nutre grande stima: «È sensibile all’ecologia. Quando ero piccola dicevamo che "parlava con le piante". All’inizio, per questo, veniva preso in giro, ma alla fine tutti abbiamo capito che aveva ragione. Sono certa che verrà accolto a braccia aperte».
Anche alla My English School di via Fratelli Ugoni ieri non si parlava d’altro: la notizia è diventata il tema delle conversazioni in inglese. La Laas (Lonati Anglo-American School) ha esposto in sede un ritratto di Elisabetta II e gli studenti delle medie, le cui lezioni sono iniziate questa settimana, hanno discusso in aula della grave perdita e si sono raccolti in un momento di silenzio. «Come tutti gli inglesi sono triste - è il commento della prof.Cathryn Thomson originaria di Lincoln -. È stata una presenza costante nelle nostre vite. Una donna composta, che non ha mai mostrato in pubblico i sentimenti. Credevamo non sarebbe mai morta. Con lei se ne va una parte importante della nostra cultura».
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