È un’annata difficile per il miele in Lombardia

Almeno, per quanto riguarda il miele d'acacia e millefiori, la cui produzione è messa in difficoltà dal clima, come spiega Coldiretti
Un'ape - Foto Ansa/Epa Sascha Steinbach  © www.giornaledibrescia.it
Un'ape - Foto Ansa/Epa Sascha Steinbach © www.giornaledibrescia.it
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È sos api in Lombardia con la produzione di miele millefiori e acacia crollata per colpa di questa pazza primavera. L'andamento climatico siccitoso del mese di marzo, seguito da un aprile e un maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici, non ha consentito alle api di trovare il nettare sufficiente da portare nell'alveare. 

È l'allarme lanciato dalla Coldiretti regionale sugli effetti del maltempo alla vigilia della giornata mondiale delle api, che a livello planetario si festeggia domani. 

«La pazza primavera - sottolinea la Coldiretti - ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre - spiega la Coldiretti - se lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api - precisa la Coldiretti - è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo».

«Forse questa è l'annata peggiore per il miele di acacia - conferma Gabriele Nichetti che ha le arnie a Crema -. Con la produzione siamo sotto del 75% rispetto alla media. La fioritura dura 10-15 giorni e stavolta è capitata proprio nel periodo peggiore per temperature e condizioni meteo. Speriamo di rifarci con l'amorpha, che si trova lungo i fiumi Serio e Adda e, a giugno, con il tiglio». 

In Italia - spiega la Coldiretti - esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di zone frequentate dalle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.

 

 

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