Bassa

Studenti in gita tra cave e discariche di Vighizzolo

È l’iniziativa che ha coinvolto i ragazzi del Don Milani di Montichiari e gli ambientalisti
Alunni alla scoperta di cave e discariche locali
Alunni alla scoperta di cave e discariche locali
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Sono le dimensioni impressionanti delle finte «colline» e la profondità delle voragini «lunari» ad aver colpito gli studenti dell’Istituto superiore Don Milani di Montichiari che, sabato, hanno visitato esternamente le discariche (esaurite e non) e le cave della cittadina, percorrendo, in particolare, le strade dell’Ate43 di Vighizzolo.

Erano in una trentina, di vari indirizzi, e sono stati accompagnati  da Diego Bodei di Legambiente Montichiari e da Gigi Rosa di Sos Terra Montichiari, nonché dal professore Filippo Scarpetta. Una visita guidata a tutti gli effetti, con tanto di mappa e informazioni scritte sugli impianti, partita di fronte alla discarica della Gedit per poi percorrere tutto il tragitto fino a Cava Verde, discarica di A2a, che insiste invece sull’Ate44, passando per la «buca enorme» di Padana Green, su cui gravano timori, che si spera di scongiurare con il fattore di pressione.

Le associazioni, innanzitutto, hanno mostrato ai giovani le foto di un passato che sembra lontanissimo, raffiguranti l’area, ora «Ate43», completamente intonsa e verde: «Di punto in bianco, ci siamo ritrovati discariche al posto delle cave - hanno raccontato gli ambientalisti -. A Montichiari abbiamo circa 12milioni di metri cubi di rifiuti, che sono stati autorizzati dalle autorità competenti».

Numeri difficili da immaginare: «Due milioni di metri cubi sono come cento edifici uguali al plesso Boselli del Don Milani», ha detto il professor Scarpetta ai ragazzi. Gli ambientalisti, durante il percorso a tappe, hanno elencato le varie tipologie di rifiuti, dagli urbani, a quelli contenenti amianto, ai tossico-nocivi. Sono state inoltre illustrate le criticità, i disturbi odorigeni percepiti negli anni, ma anche le battaglie delle associazioni e dei cittadini, citando lo studio innovativo di impatto ambientale cumulativo promosso da Sos Terra e spiegando il fattore di pressione «che ha stabilito che laddove si è raggiunto un certo livello, come a Montichiari, non si può più allargare una discarica o costruirne una nuova», hanno spiegato gli ambientalisti.

La visita si è conclusa nell’area dove si trova la discarica «Cava Verde» e, accanto, una cava che «contiene» l’intero ciclo della lavorazione della ghiaia, con frantoio e bitumificio: «Non vorremmo che tutte le cave siano poi utilizzate per il ciclo completo della ghiaia perché  Montichiari ha già dato», hanno detto gli ambientalisti. «Questa visita rientra nel Piano estate, previsto dal Ministero: il Don Milani ha optato anche per uscite naturalistiche - ha spiegato il professore-. Questa è attinente all’evoluzione antropica della pianura».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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