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Omicidio Desirée, dopo Nico anche Mattia sentito in Procura

Il più giovane del gruppo ha detto di non aver mai sentito parlare del giro di pedofilia, né di un quinto uomo
UN'ORA DI FACCIA A FACCIA
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Un’ora al quarto piano del Palazzo di giustizia di Brescia. Tanto è durato l’interrogatorio di Mattia, uno dei tre minori all’epoca dei fatti condannato per il delitto di Desirée Piovanelli, la 14enne uccisa dal branco a Leno, nel settembre del 2002. Dopo 17 anni la Procura di Brescia sta riavvolgendo il nastro delle indagini, con una nuova inchiesta attualmente senza indagati, dopo l’esposto del padre della vittima convinto che dietro al delitto della figlia ci sia un mandante ancora libero e un giro di pedofilia.

Nei giorni scorsi era stato ascoltato Nico, 16enne nel 2002, che ha sempre negato di aver partecipato al delitto e che lo ha ripetuto anche ora dopo aver scontato la condanna definitiva. Oggi Mattia, il più piccolo del gruppo con i suoi 14 anni, ha detto di non sapere nulla di più rispetto a quanto già emerso. «Non ho mai sentito parlare di un giro di pedofilia e nemmeno di un possibile quinto uomo» ha spiegato mattia, che non vive più nel Bresciano e che venne incastrato dalle impronte sulle fascette utilizzate per legare ai polsi Desirée.

La prossima settimana il pm Barbara Benzi ascolterà anche il terzo minore condannato, vale a dire Nicola, colui che per primo impugnò il coltello per colpire a morte l’amica che aveva detto no ad un rapporto sessuale.

 

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