Inchiesta bis su medico e «santone», coinvolta una bresciana

La psicologa Paola Dora, vicepresidente del centro olistico Anidra, deve rispondere di concorso in violenza sessuale e circonvenzione d'incapace
Immerso nel verde, il centro olistico di Anidra a Borzonasca in Liguria
Immerso nel verde, il centro olistico di Anidra a Borzonasca in Liguria
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Nasce dalla denuncia di una giovane bresciana un secondo filone d’inchiesta legato a Anidra, il centro olistico ligure in cui il medico Paolo Oneda, chirurgo dell’ospedale di Manerbio, ha asportato un neo dalla schiena di Roberta Repetto, 40enne di Chiavari, senza anestesia né esame istologico, non individuando un melanoma e causando secondo chi indaga le metastasi che l’hanno portata alla morte.

Anche in questa seconda indagine della Procura di Genova, nel registro degli indagati compaiono le stesse persone: il dottor Oneda e il «santone» Vincenzo Paolo Bendinelli, che in questo caso sono accusati di violenza sessuale e circonvenzione d’incapace. Secondo i genitori della ragazza, l'avrebbero plagiata e costretta a consumare rapporti sessuali, sia con Bendinelli che con gli altri vertici dell’«università popolare», tra cui il medico, che figura anche nel comitato scientifico dell'associazione.

Di concorso delle stesse accuse deve rispondere anche la psicologa bresciana Paola Dora, classe 1980, vicepresidente di Anidra e sostenitrice dell’associazione, come testimoniano i numerosi video - ora cancellati - che fino a ieri pomeriggio campeggiavano sulla pagina Facebook del suo studio di psicologia, che ha sede in città. In una delle clip registrate nell'agriturismo di Borzonasca immerso nel verde ligure, in particolare, la professionista dice: «Vogliamo parlare di tutti i bresciani che ho portato qui?».

L'organigramma di Anidra che è stato cancellato dal sito web - © www.giornaledibrescia.it
L'organigramma di Anidra che è stato cancellato dal sito web - © www.giornaledibrescia.it

Chi gestisce i siti web dell’associazione Anidra nelle ultime ore ha provato a far sparire diverse pagine online, in particolare quelle che riportavano l’organigramma aziendale e i nomi degli appartenenti al comitato scientifico. Disabilitati anche tutti i canali social.

 

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