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Il D’Annunzio hub tra Europa e Africa, Catullo conferma: «Primi contatti»

Così la società di gestione dell’aeroporto bresciano Pasini (ABeM): «Aperti al confronto per il rilancio»
D'ANNUNZIO, CONTATTI CONFERMATI
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L’idea di fare dell’aeroporto di Brescia-Montichiari la porta delle merci tra Africa ed Europa incassa un primo e concorde interesse sul territorio. Anzitutto, per la proposta avanzata dalla Camera di Commercio Libica Italiana e dall’associazione Casa Italia-Libia di cui è segretario generale il fondatore bresciano Vincenzo Massardi (buyer attivo in Libia dagli anni ’70), arriva una conferma di iniziale interesse da parte della società di gestione del D’Annunzio. I vertici della Catullo - la Spa alla quale fanno capo entrambi gli aeroporti del Garda, Villafranca e Montichiari - non si sbilanciano per il momento, ma non mancano di riconoscere che il progetto è sul tavolo: «Nell’ambito dello sviluppo del traffico dell’aeroporto di Brescia - recita la nota diffusa ieri -, la società Catullo conferma che sono in corso contatti preliminari. Quando ci saranno i presupposti per un concreto sviluppo dell’iniziativa sarà debitamente comunicato».

L’ipotesi in sostanza è al vaglio della società e chiaramente del progetto è stato informato anche il socio di maggioranza, Save, la società che gestisce a sua volta gli aeroporti di Venezia e Treviso. Ma bisognerà attendere ulteriori step per giungere all’eventuale visita di una delegazione libica per approfondire la fattibilità di un progetto, che favorisca l’interscambio non solo tra Italia e Libia, ma faccia dei due Paesi teste di ponte per la circolazione delle merci anche negli Stati confinanti.

ABeM

Un’apertura, con la prudenza del caso, in una storia accidentata quale quella del D’Annunzio, offre dalla sua anche ABeM, la società espressione del tessuto imprenditoriale bresciano (Camera di Commercio e Confindustria Brescia ne sono i principali interpreti) nata a suo tempo per ottenere la concessione dello scalo monteclarense, e da sempre in prima fila per promuovere lo sviluppo dell’aeroporto bresciano. «Non siamo stati contattati direttamente - spiega Giuseppe Pasini, past president di Confindustria Brescia e presidente di ABeM - né come società, né come singole associazioni di categoria, quindi non possiamo esprimere una valutazione specifica. Tuttavia siamo apertissimi - sottolinea Pasini - a soluzioni che possano far ripartire il D’Annunzio. Di sicuro quello dell’Africa è un bacino di potenziale interesse per il sistema Brescia, ma non possiamo nasconderci le complessità: ho girato parecchio l’Africa e posso ben dire che molti Paesi, a partire dalla stessa Libia - a cui l’Italia era legata da rapporti commerciali bilaterali - sono molto compromessi da conflitti interni. Nessuna preclusione, ma prima va raggiunta una stabilità» conclude con pragmatismo Pasini.

Regione

Tra gli interlocutori coinvolti nelle annose vicende, non solo del D’Annunzio, ma dell’intero sistema aeroportuale lombardo, è ovviamente la Regione. Per la giunta, a parlare è l’assessore bresciano all’Ambiente Giorgio Maione: «Non abbiamo ricevuto alcuna informazione ufficiale, ragione per la quale non posso che esprimere un atteggiamento neutro in proposito al progetto specifico». Di certo, il fatto stesso che giunga una sollecitazione simile testimonia come «siano maturi i tempi per il rilancio di Montichiari. La proposta dev’essere già un’occasione per tornare a pensare al futuro del D’Annunzio in ottica cargo. Da questo punto di vista, come Regione, siamo disponibili a confrontarci con la proprietà e con gli stakeholder bresciani. Lo sviluppo dello scalo è necessario per le nostre imprese, per il comparto manifatturiero come per quello agricolo, che meritano risposte». La Regione, da parte sua, tiene a ricordare Maione «ha espletato tutti i passaggi che le competevano per garantire al D’Annunzio l’ottenimento della Valutazione d’impatto ambientale dal ministero dell’Ambiente. Ora siamo in attesa di avere riscontri da quello della Cultura, e questo riprova la volontà di favorirne il rilancio».

Il progetto

Aperto al traffico civile nel 1999, il D’Annunzio ha conosciuto alterne vicende, complice una lunga contesa tra territori e l’assenza di una concessione di lunga durata, poi affidata alla Catullo di Verona. Ora allo scalo bresciano guardano con interesse la Camera di Commercio libica italiana e Casa Italia-Libia. La presenza di uno scalo ferroviario merci a 20 km (Lonato) oltre che di un’articolata rete autostradale, rappresenta assieme all’esistenza di un sistema doganale collaudato sono individuati tra i punti forti del D’Annunzio per farne una porta per le merci da e per l’Africa. Se le rotte dell’import e export si svilupperanno in tal senso sarà il tempo a dirlo. Le premesse per costruire un dialogo, intanto, sembrano esserci.

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