Dolore e silenzio per l’ultimo saluto ad Antonella, uccisa nell'Essex

Ieri, quando le campane hanno suonato le 15.30, nella grande basilica della Visitazione non è accaduto niente. Là in fondo, ai piedi dell’altare, c’erano le ceneri di Antonella Castelvedere, la 52enne di Bagnolo uccisa dal marito in Gran Bretagna, dove insegnava all’università. E mentre la gente, come fosse chiamata da una forza superiore, arrivava alla spicciolata e prendeva posto nei banchi di legno, si sentiva solo la possente ma composta voce del grande organo, che inondava ogni angolo della basilica con musica sublime: «Panis angelicus» di César Franck, «Adagio» di Tomaso Albinoni, «Lascia ch’io pianga» di Georg Friedrich Händel.
Il dolore è come l’emozione, che, non avendo voce, si manifesta anche e soprattutto col silenzio. E ieri, in occasione del funerale, non c’era spazio per nient’altro: niente rabbia per la tragica fine di Antonella, niente recriminazioni su come possa essere accaduto, niente ipotesi né certezze. Solo silenzio, dolore, preghiera e musica: l’unica cosa capace di valorizzare, senza surclassarle, le altre tre. Poi, quando i rintocchi delle campane hanno indicato che erano ormai arrivate le 16, sempre accompagnato dal suono dell’organo, dalla sacrestia è entrato monsignor Faustino Pari, il parroco di Bagnolo, che ha celebrato la messa con altri quattro sacerdoti.All’omelia don Faustino s’è rivolto innanzitutto ai familiari di Antonella, ma, visto che la basilica era gremita di gente, anche all’intera comunità: «Stiamo vivendo insieme un momento di fede e di dolore. Certo, ci sono tanti interrogativi, e forse anche rabbia. Ecco allora che la nostra preghiera diventa accompagnamento dell’anima di Antonella; diventa suffragio e vicinanza alla famiglia della povera defunta». Poi, con riferimento alla dinamica di quanto accaduto, don Faustino ha detto che «la mano di Caino ha colpito ancora in modo brutale.
Ma le ceneri di Antonella ci dicono che siamo creature amate da Dio; allo stesso tempo ci ricordano quanto siamo fragili». Ancora: «Queste ceneri ci dicono che anche la famiglia non è immune dal tentativo di sopraffazione. Ma, come ci rassicura il vangelo di Luca che abbiamo letto, ricordiamoci che nulla è finito con la morte». Sempre nell’omelia, il parroco ha affidato questa famiglia colpita dal dolore «alla nostra Madonna della Stella». Terminata la messa, in silenzio, fuori dalla chiesa s’è formato il corteo, che ha accompagnato le ceneri di Antonella al cimitero.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
