Bassa

Discarica abusiva, chiesti quattro mesi per i vertici di Italfond

Per i quattro imputati dell'azienda di Bagnolo Mella è stata chiesta anche una multa da 1800 euro ciascuno. Da assolvere per la difesa
Bagnolo Mella, l’ingresso dell’azienda al centro del processo -  © www.giornaledibrescia.it
Bagnolo Mella, l’ingresso dell’azienda al centro del processo - © www.giornaledibrescia.it
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Quattro mesi e 1.800 euro di multa ciascuno. Questa la pena alla quale per la pubblica accusa dovrebbero essere condannati Antonio Giuseppe Vienna, Bortolo Bondioni, Giuseppe Pasotti e Matteo Cavagnola, rispettivamente legale rappresentante, direttore di stabilimento, amministratore delegato e responsabile ambientale dal 2016 della Italfond, azienda di Bagnolo Mella finita sotto la lente della Procura sei anni fa.

I quattro imputati, inizialmente indagati per inquinamento ambientale, per il pubblico ministero devono rispondere per la realizzazione di una discarica non autorizzata.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati all’epoca delle indagini dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, alla Italfond furono intombate scorie a base di ossidi di calcio, alluminio e silicio. Anche l’Arpa si occupò della presunta discarica. I tecnici ambientali inviati sul posto conclusero per la presenza di sostanze vietate, ma esclusero che la falda fosse stata intaccata. Il Comune di Bagnolo Mella emise un’ordinanza di rimozione dei rifiuti, impugnata davanti al Tar e annullata.

L’avvocato Andrea Puccio, difensore dei quattro imputati, al termine del suo intervento ha chiesto l’assoluzione con formula piena dei suoi assistiti, perché il fatto non sussiste. A sostegno della sua tesi il legale ha sottolineato che Italfond ha compiuto interventi di natura edilizia e lo ha fatto nel rispetto delle normative applicabili e delle autorizzazioni. L’avvocato Puccio, inoltre, ha evidenziato come non si possa nemmeno parlare di rifiuti, ma di materiali utilizzabili per l’esecuzione di reinterri e riempimenti. «Italfond ha sempre operato in modo lecito e trasparente. A nostro avviso - sostiene il legale - la contestazione mossa dalla Procura è totalmente infondata. Così come i rappresentanti della società sono già stati prosciolti dall’ipotesi di inquinamento ambientale, ora gli stessi meritano di essere assolti anche dal reato di discarica non autorizzata».

Il giudice Maria Chiara Minazzato ha aggiornato il processo al prossimo 9 gennaio. In quell’occasione dopo eventuali repliche si ritirerà in camera di consiglio per decidere se assolvere o condannare.

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