Bassa

Biometano dai rifiuti: dal Pnrr 29,5 milioni per il nuovo impianto di Carpenedolo

La struttura sarà al servizio di Valsabbia e Bassa est e tratterà i rifiuti differenziati raccolti nei 36 Comuni coinvolti
L’impianto di Carpenedolo tratterà i rifiuti organici producendo compost e biogas, poi raffinato in biometano - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’impianto di Carpenedolo tratterà i rifiuti organici producendo compost e biogas, poi raffinato in biometano - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’autonomia energetica passa dalle fonti rinnovabili. Non solo acqua, vento e sole. Ma anche i biocarburanti. In una provincia agricola come la nostra, quella del biogas è un’opportunità che non ha bisogno di trivelle. Ma il metano si può ricavare anche dai rifiuti.

A2A ha ottenuto un’autorizzazione per realizzare un impianto a Bedizzole, in grado trattare 75mila tonnellate l’anno di rifiuti organici (Forsu) producendo 5,6 milioni di metri cubi di biogas l’anno. Non solo. Nei giorni scorsi il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato la graduatoria dei progetti per nuovi impianti di trattamento rifiuti ammessi ai finanziamenti Pnrr. Tra questi c’è il (doppio) progetto presentato dai 36 Comuni della Valsabbia e della Bassa orientale che ha portato a casa 29 milioni e 581mila euro, risorse che di fatto coprono il 100% dei costi.

L’impianto tratterà tutti i rifiuti differenziati raccolti nei Comuni coinvolti. E avrà una linea dedicata all’organico in grado di produrre compost di qualità e biogas. Un progetto di «economia circolare» che taglierà i costi (per i cittadini) e garantirà oltre 1,4 milioni di metri cubi di biometano l’anno che, si legge nello studio di fattibilità, andrà ad alimentare «i mezzi della raccolta rifiuti» oltre che «la produzione di energia elettrica da utilizzare nell’ambito delle comunità energetiche finalizzate all’illuminazione pubblica, agli edifici pubblici o al rifornimento dei mezzi di trasporto elettrici».

Il progetto è stato presentato da Carpenedolo, il Comune capofila, visto che l’impianto sorgerà sul suo territorio. «Ma la soddisfazione è corale da parte di tutti i sindaci che hanno sottoscritto la convenzione. E dobbiamo ringraziare le due società che ci hanno accompagnato, Secoval srl e Cbbo srl» spiega Stefano Tramonti, primo cittadino di Carpenedolo.

Il progetto

L’impianto sarà al servizio di un bacino di 160mila abitanti e tratterà 70.600 tonnellate di rifiuti l’anno. Sorgerà su un’area di 50mila metri quadrati a sud di Carpenedolo, a ridosso della sp 343. Saranno realizzati due capannoni industriali, ricoperti da pannelli solari in grado di produrre 350mila kWh l’anno: il primo capannone sarà dedicato alla gestione dei rifiuti differenziati, in particolare carta e plastica, raccolti nei Comuni della Valsabbia e della Bassa orientale; il secondo sarà invece dedicato al trattamento dei rifiuti organici (gli scarti da cucina) dei comuni bassaioli coinvolti e avrà una capacità di 20mila tonnellate l’anno.

Lo studio di fattibilità prevede che vengano trattate 8.900 tonnellate l’anno di rifiuti organici e altrettante di verde (sfalci d’erba, ramaglie...): la digestione anaerobica avverrà a semisecco e produrrà 10.200 tonnellate di compost di qualità, utilizzabile come ammendante dei suoli agricoli, per migliorarne la fertilità.

Il biogas

Vi è poi il biogas in uscita dal digestore: andrà raffinato, togliendo l’anidride carbonica (e il vapore acqueo) per ottenere un biometano con qualità analoga al gas di origine fossile. Quanto biometano si produrrà? La stima è 175 metri cubi l’ora, 1.454.260 l’anno. Carburante a chilometro zero per i mezzi della raccolta ma anche per produrre energia elettrica. Un’operazione che taglierà del 64% le emissioni di anidride carbonica.

Tempi e costi

Il finanziamento Pnrr coprirà tutti i costi di realizzazione: acquisto del suolo (2 milioni), opere murarie (5,3), macchinari, impianti e attrezzature (17). I tempi saranno serrati, come prevede il Pnrr. «La prima scadenza è quella del bando dei cantieri e ha come termine il 31 dicembre 2023 - spiega Tramonti -. L’opera dovrà poi essere pronta entro il 30 aprile 2026». Servirebbe più flessibilità, come chiedono tutti i Comuni, ma questa è una partita che dovrà giocare il Governo con l’Europa. Piuttosto la richiesta di Tramonti è un’altra: «la disponibilità del ministero ad erogare gradualmente le risorse. Non è pensabile che siano i Comuni ad anticipare le risorse...».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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