Bassa

Aviaria, la Regione: «Non c'è rischio sanitario per l'uomo»

Ieri l'incontro con Rolfi in via Dalmazia: la Lombardia potrebbe anticipare i rimborsi dei danni. Già abbattuti 250mila capi, 17 i focolai
AVIARIA: CI SONO 17 FOCOLAI
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«L’epidemia di aviaria che imperversa tra Lombardia e Veneto non costituisce un rischio sanitario per l’uomo. La raccomandazione trasmessa ai lavoratori degli allevamenti e della filiera dal Ministero della Salute rigurada solo l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Il rischio di trasmissione agli esseri umani è considerato basso e non alimentare, ma in considerazione del potenziale evolutivo del virus, il Ministero ritiene necessario monitorare la situazione per identificare eventuali cambiamenti».

Parola dell’assessore regionale Fabio Rolfi che ieri, al Pirellino di via Dalmazia, accompagnato da dirigenti e veterinari della Regione, ha affrontato con sindaci e le associazioni di categoria il tema dei focolai di Influenza Aviaria da sottotipo H5N1 individuati anche nel Bresciano e che ad oggi hanno portato all’abbattimento di 250mila capi tra polli e tacchini.

Sono infatti 17 i focolai individuati a ieri che hanno comportato l’istituzione nella Bassa bresciana di zone di protezione e di sicurezza nelle quali sono state adottate misure di biosicurezza. «Innanzitutto va detto che il virus dell’aviaria è naturale, ossia è derivato dall’ambiente e trasmesso negli allevamenti dai selvatici» ha detto l’assessore, supportato dai tecnici. L’emergenza richiede una serie di interventi di prevenzione tra i quali quello del «depopolamento»: «Spesso gli allevamenti sono vicini e il virus passa da uno all’altro facilmente. Vanno distribuiti in modo più adeguato». Altro tema è quello di un contributo chiesto al Governo in Finanziaria. «Abbiamo inserito un fondo di 20 milioni di euro in forma di un emendamento depositato al Senato. Dall’Europa avremo altri 20 milioni, ma il fondo va comunque ampliato».

In risposta alle associazioni di categoria si punta anche a un anticipo sui rimborsi dei danni da parte della Regione. Per poter disporre di un contributo anticipato (ci vogliono due anni per ottenere il rimborso per gli abbattimenti dei capi dallo Stato) la Regione potrebbe anticipare fino al 70%. «In questo senso dobbiamo stabilire l’ammontare certo del danno - hanno detto i funzionari - per poter tracciare una linea di finanziamento compatibile con il regime de minimis delle aziende coinvolte». Un tema sul quale Rolfi ha garantito l’impegno dell’apparato regionale che dovrà «riferire ogni 48 ore alle associazioni di categoria».

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