Aeroporto di Montichiari, l'ipotesi di un futuro da hub per l’Africa sull’asse Brescia-Tripoli
C’è un aeroporto sottoutilizzato, il D’Annunzio di Montichiari, di cui da sempre si decantano le potenzialità sul fronte del trasporto delle merci. Specie per la sua posizione baricentrica rispetto al Nord Italia, ma allargando la prospettiva anche rispetto a buona parte d’Europa, tanto più se si guarda al Vecchio Continente dalla sponda meridionale del Mediterraneo.
A sud del «mare nostrum», invece, c’è un Paese del Nord Africa, la Libia, centralissimo per collocazione geografica, a cui la storia italiana del Novecento è profondamente legata, in balia dei postumi di una guerra civile, ma con prospettive di crescita e sviluppo notevoli. Che vuol dire materie prime e tecnologie da scambiare, in un rapporto tra Stati che ricalca i principi alla base di quello che oggi va sotto il nome di Piano Mattei.
Sono gli elementi alla base del progetto denominato «Il Ponte per l’Africa» e lanciato dalla Camera di Commercio Libica Italiana e da Casa Italia Libia, associazione cofondata dal bresciano Vincenzo Massardi, attuale segretario generale del sodalizio stesso, che di fatto si prefigge di promuovere, a fianco delle organizzazioni pubbliche, opportunità per le aziende libiche e italiane. Tra le iniziative più recenti la Fiera di Tripoli, che quest’anno ha visto approdare nella capitale libica diverse aziende italiane a fianco di quelle di numerosi altri Paesi, dalla Turchia all’Austria.
Un «cuneo»

«Lei lo sa da dove transitano le merci europee dirette in Libia e in parte dell’Africa? Da Istanbul...». Massardi, 75 anni, da sempre attivo nei commerci tra l’Italia e Tripoli, chiarisce uno dei capisaldi alla base dell’idea di fare del D’Annunzio una porta per l’Africa con queste parole.
«La Libia è un cuneo naturale per i Paesi che vogliono aprirsi ai mercati africani. Abbiamo presentato il progetto al ministro dei Trasporti di Tripoli e lo abbiamo sottoposto ad alcuni dirigenti della Catullo (società aeroportuale scaligera alla quale fa capo lo scalo monteclarense, ndr): speriamo che vogliano accogliere la proposta della visita di una delegazione libica di alto profilo» per approfondire progetto.
Logistica

Il perché tra tutte le possibili opzioni l’interesse sia caduto proprio su Montichiari, Massardi lo spiega, senza nascondere che «da bresciano è un pensiero che mi è sempre stato a cuore», in ragione delle caratteristiche dell’aeroporto, già orientato al traffico merci e con una serie di infrastrutture a servizio non trascurabili: dal potenziale polo logistico ferroviario che passa per Lonato all’esistenza di una rete autostradale che collega il D’Annunzio su più direttrici.
Anche verso l’estero: «Ci sono molteplici interessi, ad esempio francesi» sottolinea, nella convinzione che uno sguardo ai mercati libico, in primis, e di parte dell’Africa in senso più ampio, non possa vedere l’Italia agire da sola.
Il piano
L’idea di sviluppare lo scalo monteclarense come hub per l’Africa fa parte di un disegno che circola sui tavoli sulle due sponde del Mediterraneo «da circa 7/8 mesi» chiarisce il segretario generale di Casa Italia-Libia.
Che nelle slide di presentazione del «Ponte per l’Africa» ha incluso anche le caratteristiche operative del D’Annunzio (inclusa la presenza di magazzini dedicati a specifici tipologie di merci) ma anche la compresenza di quattro direttrici autostradali e quella di operatori della logistica e delle pratiche doganali come Lonato Spa (allo scalo merci gardesano) e Tre Esse Srl (aziende bresciane espressamente menzionate nel piano). Sulle cui prospettive di sviluppo ora bisognerà attendere risposte. Su entrambe le sponde del Mediterraneo.
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