Temperature 10 gradi sopra la media: agricoltura a rischio e smog in crescita
Temperature sopra la media anche di 10 gradi, e precipitazioni che dopo le piogge e le nevicate cadute tra novembre e dicembre, sono tornate a farsi desiderare. Nel Bresciano, come spiega l'esperto Riccardo Paroni, il 2022 è stato l’anno più caldo e meno piovoso dal dopoguerra ad oggi. Il mese di dicembre non ha smentito il bilancio annuale, e i primi giorni del nuovo anno non fanno che confermare l’anomalia termica, che ormai - rassegniamoci - sta diventando la nuova normalità.
In Italia
La situazione bresciana trova riscontro nel panorama nazionale. Con minime di 10 gradi e massime oltre i 20 gradi, il clima del nostro Paese assomiglia sempre più all’Egitto in inverno, con valori notturni di circa 9 gradi più alti della media. Il caldo anomalo è padrone non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa centro settentrionale: la colpa è dell’anticiclone africano che dominerà la scena per tutta la settimana.
Solo da domenica, secondo le previsioni, sono attesi un calo termico e l’arrivo di piogge diffuse. Ci vorranno però almeno una decina di giorni perché le temperature scendano in maniera più sensibile, anche perché - spiegano gli esperti - il gelo non è presente nemmeno nelle aree polari. La maggiore stabilità atmosferica dovuta alla presenza di un’area di alta pressione incide anche sulla qualità dell’aria favorendo l’accumulo di smog nei bassi strati, in particolare nella pianura Padana e intorno alle grandi aree urbane come Milano, Torino, Bologna e Roma.La stagione
Le previsioni più a lungo termine prevedono un trimestre che sarà in generale sopra la media termica, con la possibilità di una leggera flessione delle temperature da metà gennaio e un calo più rafforzato a marzo. Gli esperti non possono andare più in là con le previsioni, ma il timore è che possa ripresentarsi un’annata simile al 2022, con temperature elevate e scarse precipitazioni.
Agricoltura a rischio

La situazione mette in allarme soprattutto l’agricoltura. «Le mimose sono sbocciate con tre mesi di anticipo e in Sicilia sono fioriti i limoni, ma in generale tutte le coltivazioni ingannate dalla temperatura preparano la ripresa vegetativa - sottolinea Coldiretti -. C’è il rischio che nelle prossime settimane le repentine ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti futuri». In difficoltà - continua la confederazione agricola - anche il mondo animale «con casi di api disorientate dalle alte temperature che si risvegliano ed escono dagli alveari con il pericolo concreto di venire decimate dall’arrivo del freddo».
I danni
Le temperature elevate e la siccità hanno fatto perdere lo scorso anno in Italia, sempre secondo Coldiretti, il 10% dei raccolti. Percentuale che per il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, nella nostra provincia sale al 30/40%. La preoccupazione riguarda soprattutto la carenza d’acqua. «Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti - afferma il presidente nazionale di Coldiretti, il bresciano Ettore Prandini -. Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana».
Progetti per i quali, rimarca Garbelli, «al momento non sono stanziati fondi. Se non ci saranno precipitazioni, occorre garantire i livelli dei laghi e delle falde, anche fermando i prelievi idroelettrici. Non possiamo restare senza scorte idriche in primavera».
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