Riciclo car fluff a Sarezzo, Sares Green adesso torna alla carica

Barbara Fenotti
L’azienda ripresenta il progetto di un impianto rifiuti, bocciato dalla Regione ma non dal Tar di Brescia
Il progetto ripresentato da Sares Green - © www.giornaledibrescia.it
Il progetto ripresentato da Sares Green - © www.giornaledibrescia.it
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Anno nuovo, nuovo capitolo della vicenda «Sares Green». Che per l’azienda riapre uno spiraglio, mentre per il comitato saretino «Liberi cittadini per la salute» riaccende le preoccupazioni.

Nel 2018 Sares Green chiese alla Regione il rilascio di un’autorizzazione per realizzare nello stabilimento di Sarezzo un impianto sperimentale per il recupero dei rifiuti provenienti dalla demolizione di autovetture («car fluff») al fine di trasformarli in prodotti assimilabili al gasolio, al carbone e al gas metano.

L’istanza fu archiviata dalla Regione nel 2019 perché i materiali che ne sarebbero risultati (chiamati «End of waste», ovvero materiali che al termine di uno specifico processo non sono più rifiuti ma nuovamente prodotti) all’epoca non erano contemplati in alcun specifico regolamento ministeriale. L’archiviazione è stata poi annullata dai giudici del Tar di Brescia nel maggio del 2023, in quanto la Regione «si è illegittimamente rifiutata di esercitare il potere-dovere di cui disponeva, rifacendosi a un’interpretazione giurisprudenziale della normativa previgente e quindi ormai inattuale».

Capitolo 2

Il procedimento per la concessione delle autorizzazioni è stato, quindi, ufficialmente riaperto e le realtà che sono coinvolte nel loro rilascio (Regione e Comune di Sarezzo in testa) in questi giorni hanno richiesto all’azienda un elenco di integrazioni, chiarimenti e aggiornamenti relativi all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e, tra le altre, all’impatto che l’impianto avrebbe sulla salute. «All’interno di questa lunga serie di integrazioni è citato un lungo e preoccupante elenco di potenziali inquinanti - scrive il comitato Liberi cittadini per la salute - per i quali viene richiesta una valutazione sulla ricaduta al suolo nel breve e nel lungo termine».

Parliamo di Pm10, diossine e furani, policlorobifenili, idrocarburi policiclici aromatici, acido cloridrico, metalli pesanti, mercurio e cadmio, «inquinanti che rischiano di peggiorare ulteriormente la qualità della vita dei triumplini e, più in generale, della provincia di Brescia, già bollata come una delle più inquinate d’Europa».

La polemica

Il progetto per il quale Sares Green si sta battendo ancora oggi in sede legale è lo stesso presentato in passato. «Si rischia di permettere l’installazione di un impianto dichiarato innovativo - scrive il comitato -, la cui massima produzione di CO2, derivante dalla sola combustione del gas metano, da una stima approssimativa, equivarrebbe a 2.000 caldaie domestiche».

In merito all’iter autorizzativo «già in passato l’Amministrazione - dichiara la sindaca Donatella Ongaro -, avvalendosi anche di pareri tecnici esterni, oltre che di uno studio dell’Università degli studi di Brescia, ha manifestato il proprio impegno al fine di garantire la tutela dei cittadini: impegno che intendiamo confermare».

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