AmbienteGarda

In Val Gola l’ultimo disperato tentativo di salvare l’alborella

Simone Bottura
Nella riserva naturale al confine tra la provincia di Brescia e il Trentino sono state posate gabbie contenenti uova del pesce lacustre sull’orlo dell’estinzione
I pescatori posizionano le gabbie in acqua, in territorio di Riva, a ridosso del confine con Limone © www.giornaledibrescia.it
I pescatori posizionano le gabbie in acqua, in territorio di Riva, a ridosso del confine con Limone © www.giornaledibrescia.it
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In Val Gola, al confine tra Provincia di Brescia e Trentino, va in scena l’ultimo, disperato tentativo di salvare l’alborella, specie sull’orlo dell’estinzione nel lago di Garda. Nella riserva naturale situata in territorio di Riva, a ridosso del confine con Limone - 20mila metri quadrati di costa interdetti alla frequentazione umana per garantire ai pesci un habitat dove riprodursi senza essere disturbati - sono infatti in corso le operazioni per la terza immissione di uova di alborella, nell’ambito del progetto di ripopolamento iniziato nel 2021.

In sicurezza

L’iniziativa, curata dall’associazione di pescatori Amici della Tirlindana con la collaborazione dell’Unione pescatori sportivi del Garda, prevede la posa di gabbie di sicurezza in acqua, nelle quali saranno collocate uova di alborella, specie che nel Bresciano chiamiamo semplicemente aola. Nelle gabbie le uova saranno protette dalle predazioni di pesci ed uccelli e, dopo la schiusa, gli avannotti potranno fuoriuscire da piccoli fori per andare a nascondersi tra la ghiaia e poi disperdersi nel lago.

Le alborelle introdotte arrivano sempre dal lago di Garda: le uova sono prelevate a Peschiera, in una zona dove ha resistito una piccola popolazione di questo pesce, e trasportate nella riserva protetta.

Speranza

Le aole sono state sempre pescate in gran quantità sul Garda, «ma questo pesce azzurro - spiega Alberto Rania, segretario degli Amici della Tirlindana - era misteriosamente scomparso tra il 1995 e gli anni 2000. Prima se ne pescava a tonnellate e poi, improvvisamente, è sparito». Le cause precise ancora non si conoscono. «La speranza - prosegue Rania - è che tornino a riprodursi autonomamente sulle nostre spiagge come avveniva nelle estati di qualche decennio fa. Basterebbe una popolazione che riesca a fare una frega naturale e la specie potrebbe ripartire da sola nel giro di poco tempo. Noi pescatori crediamo profondamente in questo progetto perché l’alborella è un anello fondamentale della catena alimentare del lago e la sua scomparsa ha creato degli scompensi anche tra le altre specie presenti».

Nel frattempo il Comune di Riva ha emesso l’ordinanza che vieta l’accesso alla Val Gola da terra e dal lago. Sono stati posizionati cartelli e boe che avvisano bagnanti e surfisti della presenza di una zona protetta. L’alborella, come il cavedano, si riproduce in estate in pochi centimetri d’acqua, quasi sul bagnasciuga, quindi è molto sensibile al disturbo turistico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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