Depuratore del Garda, progetto da rivedere o impianto da spostare
Forse una svolta, e non da poco, nella vicenda del futuro depuratore del Garda. A darne notizia sono i sindaci dei comuni che sorgono lungo l’asta del fiume Chiese, una cui delegazione è stata ricevuta ieri dal prefetto, nonché commissario straordinario per l’impianto di depurazione, Andrea Polichetti.
Nuovi scenari
Gavardo e Montichiari potrebbero non essere più le sedi dell’impianto di raccolta e di trattamento delle acque reflue provenienti dalla sponda bresciana del Benaco. Una serie di verifiche avviate e tuttora in corso, anche a seguito delle difficoltà oggettive dei due siti a garantire l’autosufficienza energetica prevista dalle normative europee, sembrerebbero portare a una scelta diversa, con un unico depuratore da realizzare in altro Comune, capiente a sufficienza per ospitare, come chiede la direttiva europea, anche impianti fotovoltaici in grado di soddisfare il suo fabbisogno energetico.
L’incontro in prefettura

La notizia, come si ricordava, è arrivata dai sindaci presenti all’incontro di ieri. «Al prefetto abbiamo riferito in sintesi del lungo percorso iniziato nel 2018 – fa sapere il primo cittadino di Gavardo Davide Comaglio –, illustrando tutte le lacune, le discrepanze e le anomalie emerse negli studi di fattibilità tecnico-economica presentati a sostegno della scelta caduta su Gavardo e Montichiari, e mettendo in evidenza come, a nostro giudizio, vi siano state e vi siano precise volontà politiche che superano e piegano leggi e norme per ottenere il risultato che ci si è prefissati. Abbiamo ribadito una volta di più che la tutela del lago di Garda, principale bacino d’acqua dolce d’Italia, sta molto a cuore anche a noi, ma che la stessa non può avvenire a spese del nostro fiume».
Restano le perplessità
Al commissario straordinario sono state dettagliate le motivazioni del ricorso al Tribunale amministrativo regionale presentato nel 2021 ed è stata consegnata copia dell’esposto alla Corte dei conti firmato dai diciassette Comuni del fronte del no al progetto, i quali si chiedono «chi dovrebbe pagare l’opera, il cui costo è più che raddoppiato rispetto a quanto previsto inizialmente».
«Dopo averci ascoltato – proseguono i sindaci della delegazione –, il prefetto ha evidenziato la rilevanza delle recenti normative europee, a breve in vigore, che impongono la riprogettazione dei depuratori affinché siano autosufficienti dal punto di vista energetico, e quindi provvisti di un proprio impianto fotovoltaico, impianto che non troverebbe però spazio né a Montichiari né a Gavardo».

Altrove
L’ipotesi più concreta suggerirebbe quindi un cambio di rotta nella prospettiva di una nuova localizzazione, sul territorio di un Comune diverso dai due indicati fino ad oggi, dove poter realizzare un unico impianto di depurazione e, insieme, il campo fotovoltaico.
«Al commissario abbiamo ribadito che, ovunque si decida di collocare la struttura, permane la nostra contrarietà allo scarico nel fiume Chiese, che non può essere il recettore delle acque depurate, poiché per lunghi periodi dell’anno non ha la capacità di diluizione adeguata e presenta già gravi criticità ambientali – sottolinea il sindaco di Montichiari Marco Togni –. Abbiamo chiesto che il corpo idrico recettore e la localizzazione del depuratore siano finalmente frutto di un’oggettiva valutazione ambientale strategica, di modo che l’intera opera, che comprende anche i sistemi di collettamento, le vasche di laminazione e gli impianti di pompaggio, sia esaminata in ogni suo aspetto. Mentre ringraziamo il prefetto sia per la disponibilità all’incontro, sia per la manifestata apertura futura – conclude il primo cittadino di Montichiari –, assicuriamo ai nostri concittadini che continueremo a monitorare l’evolversi della situazione, riaffermando il nostro impegno per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche nel rispetto delle istanze ambientali e delle comunità locali».
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