Ambiente

UniBs sul Monte Rosa, dove il ghiacciaio di Indren continua a ritirarsi

L'evento «Climbing for climate» è giunto alla sua settima edizione e ha portato in Valsesia oltre 70 delegati provenienti da università, Cai e Comitato glaciologico italiano
  • UniBs e Climbing for climate a punta Indren, a oltre 3200 metri di quota - © www.giornaledibrescia.it
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«Il ghiacciaio di Indren si ritira ogni anno di alcuni metri». Sono le tragiche parole di Federico Venere, laureato in Geologia applicata proprio con una tesi sulla massa di ghiaccio del massiccio del Monte Rosa. Una realtà ormai conosciuta da (quasi) tutti, ma che continua a restare solamente un monito, o poco di più. Proprio per questo la Rete universitaria per lo sviluppo sostenibile (Rus) ha promosso l’evento «CFC-Climbing for climate 2025». Per l’iniziativa – che ha raggiunto la sua settimana edizione – in prima fila ci sono state l’Università degli Studi di Brescia e la Rus Piemonte, che quest’anno hanno scelto il massiccio del Monte Rosa (e punta Indren a oltre 3200 metri di quota) come luogo simbolo degli effetti del cambiamento climatico.

Vivere la montagna diversamente

«Intorno a noi c’è un territorio molto fragile che dev’essere tutelato – spiega Roberto Veggi, sindaco di Alagna Valsesia, in provincia di Vercelli –. Ma ci sono anche delle persone che vivono qui. Devono essere messe nelle condizioni di non abbandonare queste terre». Anche per questo – lo ha ricordato il presidente della Rus e docente di UniBs Carmine Trecroci –  «occorre proporre un modello diverso di fruizione della montagna».

Proprio questo proposito rientra negli obiettivi di CFC, insieme alla volontà di far conoscere lo stato dei ghiacciai, in continua e rapida fusione. Trecroci ha ricordato anche alcuni numeri. Negli ultimi 150 anni i ghiacciai alpini hanno perso circa il 65% del loro volume complessivo e secondo le proiezioni, entro il 2050 le Alpi perderanno almeno un terzo della loro massa glaciale.

Cause

Ma ci sono anche le cause. «A confronto con il 1990, nel 2023 le emissioni nazionali dei gas serra sono diminuite del 26% – sottolinea Trecroci –. Sembra un ottimo risultato, ma non è in linea con l’obiettivo stabilito dall’Europa per l’Italia entro il 2030». A fargli eco Marco Giardino, vicepresidente del Comitato glaciologico italiano: «Il nostro compito è fornire dati, numeri e indicazioni a chi agisce localmente. Il nostro dev’essere un protocollo scientifico». Proprio per questo durante CFC 2025 è stato firmato il Manifesto per una governance unitaria dei ghiacciai. Un impegno comune per salvarli.

Al centro il rettore di UniBs Francesco Castelli con i docenti Carmine Trecroci e Maurizio Tira - © www.giornaledibrescia.it
Al centro il rettore di UniBs Francesco Castelli con i docenti Carmine Trecroci e Maurizio Tira - © www.giornaledibrescia.it

Ai piedi del ghiacciaio di Indren è arrivato anche il rettore di UniBs Francesco Castelli. «Il clima è una tematica che interessa tutti – ha puntualizzato –. Siamo coinvolti a vari livelli, non è solo una questione per tecnici. Iniziative di questo tipo sono la sintesi di quello che dev’essere l’opera universitaria».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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