L'UniBs in Valsesia per salvare i ghiacciai e combattere la crisi climatica
«Ognuno deve fare la propria parte per ridurre le emissioni inquinanti e poi le persone devono capire come rapportarsi con la montagna». Sono queste le due tematiche che Carmine Trecroci, professore dell’Università degli Studi di Brescia e presidente della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus), utilizza per aprire la due giorni di «CFC-Climbing for climate»: l’evento – giunto alla settima edizione – che punta i riflettori sullo stato dei ghiacciai sofferenti e sulla resilienza delle comunità alpine.
In Valsesia
Quest’anno la Rus (che unisce più di 80 atenei italiani) ha scelto la Valsesia e il massiccio del Monte Rosa come luoghi per comprendere gli effetti del cambiamento climatico. Ad organizzare l'evento sono state l’UniBs e l’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con il Club alpino italiano (Cai) e il Comitato glaciologico italiano (Cgi), mentre a patrocinare l’evento, tra gli altri, c’è anche il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Oggi una quarantina di persone partendo da Alagna Valsesia ha raggiunto la valle sospesa di Otro e alcune delle sue frazioni walser (prendono il nome dai coloni provenienti dal Canton Vallese della Svizzera), tra le quali Otro, che proprio quest’anno festeggia i mille anni dalla sua nascita. Per l’occasione ha raggiunto la località anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che ha avuto modo di scambiare qualche battuta con il professor Trecroci. «Caro ministro è vero che state raddoppiando i fondi per le università?», è stata la frecciata del presidente della Rus, alla quale Giorgetti ha risposto con un lapidario: «Se la situazione rimane questa, nel giro di cinque anni metà delle università italiane dovrà chiudere».
Il ruolo delle università
Forse non il messaggio migliore per inaugurare la due giorni in quota, che resta comunque un appuntamento molto importante per far conoscere la situazione drammatica dei ghiacciai sulle montagne italiane. Trecroci ha ricordato che «il sistema universitario deve continuare a svolgere il suo ruolo di ricerca e divulgazione, per spingere i governi a prendere decisioni che possano accelerare la transizione ecologica». Precisando anche come «dai ghiacciai dipendono i sistemi turistici ed economici».
Mario Vaccarella del Comitato scientifico del Cai ha invece sottolineato «che la scienza è l’unica disciplina in grado di salvarci e di combattere lo scetticismo dilagante nei confronti del cambiamento climatico».
Domani i delegati della Rus e tutti i partecipanti a CFC 2025 visiteranno il ghiacciaio di Indren (a quota 3200 metri) e l’osservatorio Angelo Mosso dell'Università di Torino tra il Corno del Camoscio e lo Stolemberg.
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